Vigilanza e controllo di alimenti e bevande, nel 2019 effettuate 126.590 analisi

È stato pubblicato dal Ministero della Salute il rapporto Vigilanza e controllo degli alimenti e delle bevande in Italia. Vengono descritti, nel rapporto, i risultati emersi dalle attività di controllo e vigilanza effettuate in Italia nel corso del 2019.

I controlli presi in esame nel rapporto – necessari a garantire l’adeguatezza dei prodotti e utili per l’azione di prevenzione di rischi per la salute pubblica – sono stati effettuati su alimenti e bevande. I prodotti sono stati esaminati a prescindere dall’origine e dalla provenienza e sono stati considerati sia quelli destinati al commercio nazionale, sia europeo che relativo a uno Stato Terzo.

I controlli ufficiali, dall’esame dei sistemi di autocontrollo posti in atto dagli operatori, all’etichettatura e alle modalità di conservazione, sono stati effettuati lungo l’intera filiera agro alimentare, dalla produzione alla trasformazione, dalla distribuzione allo stoccaggio, dal trasporto al commercio e, infine, al consumo. I campioni sono stati prelevati dalle materie prime, dai semilavorati e dai prodotti finali, per poi essere analizzati dai laboratori ufficiali locali, regionali e interregionali.

Il rapporto viene annualmente realizzato dalla Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione. I dati vengono forniti dalle singole Regioni al Ministero della Salute, in base all’intesa Stato Regioni che prevede una frequenza di inoltro almeno quadrimestrale.

I dati relativi alla stima delle irregolarità riscontrate nei controlli su alimenti e bevande, riportano che delle 126.590 analisi totali effettuate, lo 0,73% risulta irregolare principalmente per cause di tipo microbiologico. Nei prodotti di origine animale la principale causa di non conformità (91,3%) è data dalla presenza di microrganismi. Anche per i prodotti di origine vegetale, la maggior causa di non conformità è da ricondurre alla presenza di microrganismi (86,5%).

Le ispezioni effettuate negli stabilimenti, grazie a un’azione sincrona dei Servizi Igiene degli alimenti e nutrizione e dei Servizi Veterinari dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl, sono state 147.769, delle quali circa il 24% (35.471) hanno mostrato infrazioni.

I dati relativi alla totalità dei campioni eseguiti nel corso del 2019 mostrano che la maggior parte dei controlli (41,5%) viene effettuata su alimenti di origine animale.

Per quanto concerne i macelli di pollame e lagomorfi, le attività ispezionate sono state 188 su un totale di 215, con un tasso di controllo del 98%. Nel corso del 2019, la maggior parte delle segnalazioni sono pervenute a causa di contaminazioni microbiologiche, con una netta prevalenza di casi di salmonella.

Nel 2019, il maggior numero di non conformità si è registrato nella frutta secca e nei semi (668), frutta e vegetali (517), seguiti da integratori e cibi dietetici.

Relativamente ai MOCA, si sono registrati 14 casi di non conformità, dovuti prevalentemente al rilascio di elementi chimici (quali cromo, piombo e cadmio) provenienti da utensili, contenitori e recipienti per uso domestico.

Per quanto riguarda i controlli effettuati nel corso del 2019 dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, il dato che emerge è che la maggior parte delle irregolarità sono state riscontrate nei comparti della ristorazione (44%) e delle farine, pane e pasta (40%).

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