Tendenze e prospettive dell’agroalimentare dell’UE, il report della Commissione europea

La Commissione europea ha pubblicato lo Short-Term Agricultural Outlook for EU agricultural markets in 2022, l’edizione estiva del report sulle prospettive del settore agroalimentare dell’UE. Il report presenta una panoramica dettagliata delle ultime tendenze e delle prospettive per ciascuno dei settori agroalimentari trattati.

Le prospettive di mercato a breve termine sono guidate dalle incertezze generate dalla guerra in Ucraina, dagli sviluppi economici post-COVID-19, e in particolare dalle pressioni inflazionistiche mondiali, dalle condizioni meteorologiche in UE e dai focolai di malattie animali.

Le ricadute dell’invasione russa dell’Ucraina continuano avere un impatto sui mercati globali delle materie prime e rappresentano una grave minaccia alla sicurezza alimentare globale. I prezzi dell’agricoltura sono aumentati del 30% dall’inizio del conflitto, sebbene nelle ultime settimane sia stato osservato un certo rilassamento legato in parte all’avvento del prossimo raccolto.

Inoltre, nell’UE, le condizioni meteorologiche stanno creando ulteriori sfide per il nuovo raccolto. La produzione di cereali dovrebbe subire un calo del 2,5% rispetto al 2021. Anche se questo sarà sufficiente per soddisfare le esigenze di consumo domestiche e fornire un surplus per le esportazioni, il prolungato periodo di siccità presenta rischi al ribasso per l’eventuale esito del raccolto.

Allo stesso tempo, i numerosi focolai di malattie animali e il rialzo dei prezzi dei mangimi pesano sulla produzione zootecnica.

Per quanto riguarda il comparto avicolo nell’Unione Europea, la produzione di pollame dovrebbe stabilizzarsi, nonostante i prezzi dei polli da carne eccezionalmente alti (+13% da fine febbraio a inizio aprile).

Il settore, inoltre, deve affrontare una stagione epidemica di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) di magnitudo storica. Da ottobre 2021, 21 paesi dell’UE sono stati colpiti da focolai di HPAI, in particolare in Francia, Italia, Ungheria, Polonia e Olanda. Nonostante l’elevato numero di abbattimenti in Francia, l’impatto sulla produzione di carne è moderato: la produzione francese potrebbe aumentare leggermente dello 0,5% nel 2022. Al contrario, in Italia e Ungheria la diminuzione della produzione dovrebbe essere più marcata, del -10,5% per l’Italia e del -9% per l’Ungheria.

Un altro fattore che incide sulla produzione è rappresentato dall’aumento dei costi di produzione, con rialzi che dovrebbero durare almeno fino alla fine del 2022. Infine, le crescenti preoccupazioni per l’ambiente, soprattutto in Belgio e Olanda, dove si stanno discutendo normative simili, tendono a spingere per una diminuzione della produzione. Tra i maggiori produttori dell’UE, Spagna e Polonia dovrebbero aumentare la produzione nel 2022 (rispettivamente del 2,4% e del 2,5%). Nel complesso, la produzione di pollame dell’UE dovrebbe rimanere stabile e il consumo interno dell’UE potrebbe aumentare dello 0,9%.

Il commercio di prodotti avicoli con il Regno Unito sta tornando ai livelli precedenti la Brexit. Si prevede un aumento del 20% delle esportazioni dall’UE nel Regno Unito e le importazioni dell’UE dal Regno Unito potrebbero aumentare del 25%.

A causa dell’HPAI, le esportazioni dell’UE, in particolare verso i paesi africani e asiatici, sono vincolate da divieti regionali o nazionali. Nel complesso, le esportazioni di pollame dell’UE dovrebbero aumentare leggermente, dello 0,9% nel 2022, raggiungendo un livello del 7% inferiore alla media del 2016-19. È probabile che la ripresa dei servizi alimentari dell’UE continui a spingere le importazioni verso l’alto, come testimoniato all’inizio del 2022 dalle importazioni da Regno Unito, Brasile e Ucraina. Le importazioni dall’Ucraina sono proseguite e hanno raggiunto livelli simili a quelli degli ultimi anni.

Complessivamente, le importazioni di pollame dell’UE dovrebbero aumentare del 16,5% (un livello inferiore del 4% alla media 2016-19).

Per quanto riguarda il settore suinicolo, le crescenti preoccupazioni per l’ambiente, le ridotte prospettive di esportazione, i costi di produzione elevati e la peste suina africana (PSA), spingono la produzione al ribasso. La produzione dovrebbe diminuire fortemente in Germania (-14%), in Italia (-7,5%), così come in Polonia (-14%). La Spagna, il principale produttore dell’UE, continuerà probabilmente ad aumentare la sua produzione del 3% nel 2022. Nel complesso, si stima una diminuzione della produzione di carne suina del 4,7%. Nel 2022, il consumo interno dell’UE potrebbe subire un calo del 3,3%, il che equivarrebbe, in media, a un consumo pari a 31,7 kg pro capite.

Fonte: European Commission

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