Stime Fefac, Ue: nel 2022 cala la produzione di mangimi

Secondo la Fefac,  Federazione europea tra i Produttori di Mangimi, nel 2022, la produzione di mangimi composti per animali d’allevamento dell’Unione europea diminuirà di 5 milioni di tonnellate rispetto al 2021. I grandi paesi produttori prevedono un calo della produzione compreso tra -8,8 e -1,5% annuo, accusando gli effetti negativi delle interruzioni della catena di approvvigionamento e della diffusione delle malattie animali nel 2022.

Si prevede che solo i produttori di mangimi nei Paesi baltici, Irlanda, Polonia, Bulgaria e Slovenia manterranno la produzione a un livello simile a quello dell’anno scorso.

Il settore dei mangimi per suini sarà probabilmente il più colpito. Si stima che la produzione diminuirà del -5,6% rispetto al 2021 a seguito della riduzione delle dimensioni della mandria, del numero di scrofe e di allevatori che chiuderanno l’attività. Ciò è dovuto principalmente all’aumento dei costi di produzione e ai casi diffusi di peste suina africana (PSA). La situazione è particolarmente critica in Belgio (-11%), Danimarca (-9%), Portogallo (-8,4%), Germania (-8%) e Repubblica Ceca (-7,4%). Inoltre, Paesi Bassi e Belgio continuano a ridurre il numero di capi allevati per limitare le emissioni ambientali dell’agricoltura come previsto dalle ultime politiche dei due Paesi.

Il settore dei mangimi per i polli da carne dell’Ue vedrà un calo della produzione del -3,4% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Ciò è dovuto in gran parte dalla diffusione dell’influenza aviaria in tutta Europa, con Francia, Belgio, Italia e Ungheria tra i Paesi più colpiti. Molti allevatori, a seguito dell’aumento dei costi di produzione, stanno rinviando i nuovi cicli produttivi. La politica commerciale dell’Ue, che offre accesso temporaneo a “tariffe zero, quota zero” per i prodotti ucraini che entrano nell’Ue, ha portato a importazioni significative di carne avicola e uova nei mesi di luglio e agosto. Infine, a causa delle pressioni inflazionistiche sul reddito disponibile, gli agricoltori hanno difficoltà a vendere prodotti ad alto valore come il biologico e da allevamento all’aperto.

Per quanto riguarda il mangime per bovini, di prevede una diminuzione della produzione del -1,3% rispetto all’anno precedente. Gli allevatori hanno ridotto le loro mandrie e accorciato i cicli di allattamento sia per rispondere alle politiche ecologiche sia per ridurre l’utilizzo di mangime.

La Fefac sottolinea che anche a causa del deludente raccolto di mais nell’Ue (-19%) si potrebbe prevedere un cambiamento nell’alimentazione degli animali da allevamento, sostituendo una parte di mais con del frumento da foraggio.

Gli esperti di Fefac identificano i crescenti costi dell’energia, l’incertezza economica, l’aumento dei costi legati alle misure politiche ambientali e di benessere degli animali e la persistenza prevista delle malattie degli animali, come i principali driver di mercato al centro dell’ICFP (International Conference on Functional Programming) 2023.

Fonte: Mangimi e Alimenti

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