Si inasprisce lo scontro sulle esportazioni avicole Ue in Sudafrica

Secondo quanto riportato in una relazione pubblicata questa settimana, in Sudafrica la delegazione dell’Unione europea è stata sottoposta a aggressivi e ostili attacchi da parte dei lobbisti dell’industria avicola locale.

Gli avvenimenti delle ultime ore fanno riferimento al bando istituito dalle autorità del Sud Africa nei confronti dei prodotti avicoli provenienti dall’Unione europea.

Il documento comunitario afferma che sono state fatte false accuse all’interno di “procedimenti ufficiali” e che le stesse sono trasmesse ai media. In particolare è stato riportato che le importazioni di pollame provenienti dall’Unione europea indebolirebbero i produttori avicoli locali a causa dell’ingresso nel paese di enormi quantità di pollo non disossato: per la scarsa qualità di prodotto offerto rispetto a quello circolante e consumato nell’Unione europea; per il prezzo esageratamente basso applicato, che rende impossibile ai produttori locali di essere competitivi (dumping); per il sistema di sovvenzioni applicato a livello europeo. Il tutto causerebbe al Sud Africa un’ingente perdita di posti di lavoro

Secondo i rappresentanti dell’Unione europea la posizione del Sudafrica non corrisponde a verità. Prima di tutto viene sottolineato il fatto che, da dicembre 2016, la quota Ue importata è drasticamente diminuita ed è stata sostituita da merci provenienti da paesi terzi, come Stati Uniti e Brasile e non, come invece auspicato, dalla produzione nazionale. Nel 2017 le importazioni del Sudafrica, da paesi non UE si sono attestate a 175.950 tonnellate, un valore quasi 4 volte superiore alle 45.200 tonnellate importate nel 2016

Inoltre prima di dicembre 2016, i produttori comunitari erano in grado di soddisfare la domanda, da parte del paese africano, di parti di pollo congelate con osso, note come “tagli di salvaguardia“. Ma nel 2017, dopo i diversi focolai di influenza aviaria altamente patogena che hanno colpito il settore europeo, le esportazioni di polli sono calate drasticamente e al momento non mostrano segni di ripresa. Gli stessi tagli di salvaguardia esportati dalla Ue verso il Sudafrica, lo scorso anno sono diminuiti del 71,9% rispetto all’anno precedente.

In risposta alle altre questioni sollevate, l’Unione europea sottolinea che le esportazioni avicole dell’Ue verso il Sudafrica hanno la stessa qualità di quelle vendute all’interno del mercato comunitario. La legislazione e le normative alimentari europee, infatti, impongono standard elevati in materia di sicurezza alimentare su tutta la produzione. L’UE non sovvenziona la produzione o l’esportazione di pollame. I prezzi dei polli da carne dell’UE sono decisamente superiori a quelli di altri grandi importatori del Sudafrica, come il Brasile e gli Stati Uniti.

In caso di sospetto dumping, l’UE si aspetta che la South African Poultry Association presenti una denuncia formale alla International Trade Administration Commission del Sudafrica.

Fonte Poultry World

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