Poultry Forum a Forlì, focus Ismea su consumi e costi del comparto avicolo

Il focus ISMEA sulle vendite di uova e carni avicole, presentato oggi a Forlì in occasione del Poultry Forum – organizzato da Fieravicola in collaborazione con le associazioni di rappresentanza del settore Assoavi e Unaitalia – è stato al centro dell’appuntamento rivolto al settore avicolo a cui hanno partecipato operatori della filiera, rappresentanti delle associazioni, della GDO e delle istituzioni.

“Il Poultry Forum ha fatto incontrare l’intera filiera avicunicola, che ricordiamo è una delle poche in ambito zootecnico completamente autosufficiente – ha dichiarato il presidente di Fieravicola Renzo Piraccini aprendo l’appuntamento -. Vogliamo fare di Fieravicola l’evento di riferimento delle carni bianche per il bacino del Mediterraneo. In questa direzione va la missione che abbiamo in programma il 5 e il 6 novembre prossimo in Algeria, così come tante iniziative rivolte all’estero e nel nostro Paese. Vogliamo fare vivere la fiera dodici mesi all’anno e infatti il Poultry Forum sarà un evento autunnale permanente a Forlì, perché il settore ha bisogno di momenti di incontro e confronto, come avvenuto oggi sui tanti spunti che la ricerca di Ismea ha lanciato”.

L’analisi sull’andamento del comparto avicolo, uno dei più importanti della zootecnia italiana, è stata inserita in un più ampio contesto di rilevazioni di macro-tendenze al consumo delle famiglie, oggi strette tra rincari e spinta inflattiva che le costringe a contrarre il carrello della spesa ed a ricorrere a pesanti strategie di risparmio. Tra gli aspetti esaminati anche il rapporto costi di produzione – prezzi al consumo, la comparazione pre-post pandemia e i driver dell’incremento dei costi dei fattori produttivi. Dai dati Ismea emerge che le voci di spesa che registrano gli incrementi più significativi nel 2022 sono i prodotti energetici (+80%) e i mangimi (+27%) rispetto a gennaio-agosto 2021. E queste voci hanno pesantemente condizionato la redditività delle aziende del settore.

Per le carni avicole, che vengono da un 2021 decisamente difficile oltre che poco remunerativo per i prezzi all’origine del pollo, nel 2022 si registra una redditività in recupero. All’aumento dei costi si riesce a far corrispondere un andamento dei prezzi che garantisce questo miglioramento (125 punti il valore della ragione di scambio di aprile e maggio, sceso a 100 negli ultimi mesi).

Diversa la situazione per le uova in termini di redditività. Nonostante la curva tendenziale dei prezzi sia in ascesa da settembre 2021, nel 2022 l’incremento dei prezzi non riesce a far fronte alla crescita ben maggiore dei costi di produzione, con ulteriore deterioramento dell’indicatore di redditività.

In termini di volume, le carni avicole restano le preferite dai consumatori (91% la penetrazione e 41% i volumi tra le carni).  Ma cosa si preferisce acquistare? Il prezzo più basso non basta al pollo a busto per essere più competitivo tra le referenze (-4%) e il petto di pollo tiene malgrado l’incremento dei prezzi. Le carni elaborate rappresentano ormai la parte più consistente del mercato e quella le cui vendite appaiono più solide. L’ampia gamma, la facilità di preparazione, il contenuto di servizio e i prodotti orientati a ricettazioni sono quelli che intercettano l’interesse degli acquirenti più giovani, il cui consumo incrementa e si conferma nelle abitudini, con un +20% rispetto al pre-pandemia.

“Nonostante l’aumento dei prezzi a doppia cifra, le carni avicole restano le preferite dagli italiani. Ma lo scenario è critico”, precisa il presidente di Unaitalia Antonio Forlini. “Secondo i dati Ismea presentati oggi, nel 2022 abbiamo assistito a un +18% dei prezzi rispetto allo scorso anno e a un +22% rispetto al 2019. L’avicoltura rimane tra i settori maggiormente colpiti dalla crescita esponenziale dei costi di produzione, aumenti che generano preoccupazione soprattutto per i consumi e che mettono a rischio la redditività delle nostre imprese. Siamo decisi a intraprendere un percorso di dialogo e confronto con il nuovo governo per tutelare il comparto avicolo, una eccellenza nella zootecnia italiana e del Made in Italy. La filiera avicola italiana vuole continuare a produrre e garantire proteine nobili a tutti i cittadini. In ragione di ciò, auspichiamo che nelle turbolenze che caratterizzano lo scenario attuale ci sia l’impegno di tutti gli attori, dalle filiere alla distribuzione e alle istituzioni, per rafforzare la fiducia reciproca e la stabilità delle imprese per limitare al massimo la ricaduta sui consumatori degli aumenti dei costi”.

Le uova rimangono un prodotto «star» tra i proteici (+5,2% rispetto al 2019) perché, al netto del processo di normalizzazione, hanno capitalizzato la loro diffusione in tempo di pandemia. Rispetto al pre-pandemia, nonostante il segno meno 2022/21, rimane il segno positivo di crescita della spesa complessiva per le uova (+4,3% rispetto al 2021). Purtroppo nell’ultimo anno si è registrato un fortissimo allontanamento dei giovani dalle uova (-18%) e solo gli over 55 hanno incrementato il loro utilizzo in cucina (+1,5%).  In relazione al periodo prepandemico, tutte le famiglie con età superiore ai 30 anni hanno aumentato il consumo di uova in maniera massiccia e, nuovamente, solo tra i giovani le uova sembrano davvero aver perso appeal (- 8/9%). Cresce il dato (sia in volume che di prezzo) per le uova da allevamento a terra e all’aperto (rispettivamente +29,8% e +25,8% i volumi rispetto al pre covid), mentre rimane fermo il bio.

“Il prodotto uova soffre da un anno e nel 2022 si sono acuiti i cumuli di ritardo di margine. Purtroppo i dati sono questi e a comprovare questa difficoltà è il fatto che a livello europeo sono diminuiti gli accasamenti di galline. Ciò perché molti allevatori, a queste condizioni, hanno preferito fermare le produzioni – commenta Stefano Gagliardi direttore di Assoavi – mentre per i consumi il 2022 va considerato in maniera differente nei vari periodi dell’anno. Fino a maggio la controcifra vs il 2021 a volume (dato GDO) era negativa. Il ritorno alla vita normale da parte delle persone, ad esempio il boom del turismo estivo, ha aiutato la ripresa, in particolare degli ovoprodotti food service.  Inoltre le famiglie hanno preso più consapevolezza del fenomeno inflattivo ormai al 10% e stanno cambiando le loro preferenze di acquisto. Sono in molti (soprattutto anziani e famiglie numerose) che ricorrono alle uova come bene economico, conveniente, sano e versatile in cucina e questo nonostante un aumento di prezzo settembre 2022vs21 del 14% circa. Sostanzialmente ci aspettiamo una tendenza positiva dei consumi uova in questo periodo. Crediamo che le uova siano in grado di offrire positività al consumatore se continuiamo a costruire sui pilastri che hanno da sempre caratterizzato il comparto. Italianità, garanzia della filiera, allevamenti alternativi riusciranno a convincere e attrarre anche in questo periodo economico di grande incertezza”.

Anche per i prodotti avicoli si conferma (Fonte Nielsen) l’importanza della leva della sostenibilità nelle scelte d’acquisto: le referenze alimentari che in qualche maniera evochino la sostenibilità sulla loro confezione continuano infatti a crescere passando dal 30% al 35% in un anno.

In generale emerge un quadro complesso anche per l’avicoltura di fronte al quale però le imprese avicole, interpellate su presente e futuro, hanno risposto con un sentiment sostanzialmente positivo. Alla domanda sull’andamento di settore del III trim. ‘22 vs III trim ’21 due operatori su 3, quindi il 66%, ritengono migliorata la situazione del comparto «Prima trasformazione carni avicole» rispetto allo scorso anno. In merito alle previsioni di vendita la metà degli operatori ritengono che saranno positive o stabili fino a fine anno (Fonte Indagine sul clima di fiducia dell’Industria ISMEA terzo trimestre 2022).

L ‘analisi sui consumi dei prodotti avicoli è stata presentata da Fabio del Bravo di Ismea ed approfondita nella tavola rotonda – moderata dal giornalista Lorenzo Frassoldati – che vede presenti Filippo Cerulli – Vice Presidente Assoavi,  Antonio Forlini – Presidente Unaitalia,  Massimiliano Lazzari – Responsabile Carni Coop Italia, Claudio Merlo – Buyer Avicunicolo Consorzio Conad.

Le conclusioni dell’appuntamento sono state affidate a Luigi Ricci – Dirigente settore produzioni animali del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

In concomitanza si è svolto a Forlì il VII Simposio di Sipa (Società Italiana Patologie Aviare) con sessioni dedicate alle sfide sanitarie che interessano la filiera avicola.

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