Posti di controllo frontalieri e attività di controllo degli Uffici veterinari: il report 2022

Il Ministero della Salute ha diffuso il report annuale 2022 Posti di controllo frontalieri e uffici veterinari per gli adempimenti comunitari.

I 28 Posti di Controllo Frontalieri (PCF) italiani sono riconosciuti ed abilitati, secondo procedure dell’Unione, ad effettuare i controlli veterinari su animali vivi, prodotti di origine animale, alimenti di origine non animale, mangimi, materiali e oggetti destinati a venire a contatto con alimenti (MOCA) provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato dell’UE o in transito verso altri Paesi terzi.

Nel 2022 sono state importate sul territorio italiano, attraverso i PCF italiani, 40.932 partite di animali, prodotti di origine animale e mangimi di origine animale da oltre 100 Paesi terzi con leggero decremento pari al -2,2% rispetto al 2021.

Le carni e i prodotti a base di carne, con 2.784 partite per un totale di circa 45.355 tonnellate, rappresentano il terzo gruppo merceologico in ordine di importanza, dopo i prodotti della pesca e mangimi e integratori. L’83,2% delle partite è rappresentato da carni bovine (2.317 partite), seguono con il 5,3% le parti miste di carni e le frattaglie (148), con il 4,5% i prodotti a base di carne e frattaglie (126 partite), ecc.

Le partite di animali importate (1.928) possono essere distinte in due grossi gruppi merceologici: animali di interesse agricolo-zootecnico e altri animali quali pesci tropicali/ornamentali, animali da affezione, animali da laboratorio, invertebrati ecc. Gli animali vivi non agricolo-zootecnici (1.910 partite) rappresentano quindi il 99,1% delle partite di animali vivi.

Tra i prodotti di origine animale non destinati al consumo umano le voci merceologiche più importanti sono costituite da alimenti per cani o gatti condizionati per la vendita al minuto (3.182 partite) e pelli di bovini, ovini, equidi, ecc. (933 partite).

Le partite campionate dai PCF per esami di laboratorio sui prodotti destinati al consumo umano sono state 1.416 (1.294 nel 2021) con una percentuale complessiva di campionamento del 4,3% in linea con quella rilevata l’anno scorso (3,9%) e superiore alla percentuale minima programmata del 3%.

È proseguita per tutto il 2022 l’attività di controllo straordinaria sulla carne, preparazioni e prodotti a base di carne provenienti dal Brasile in seguito al noto scandalo denominato carne fraca emerso nel Paese nel 2016-2017. Nel periodo di riferimento (2022) sono state presentate per l’importazione 1.549 partite di carne bovina e prodotti a base di carne bovina, mentre non sono state importate preparazioni di carne. Una sola partita di carne bovina è risultata non conforme per un esame fisico sfavorevole a causa d’interruzione della catena del freddo e a caratteristiche organolettiche non idonee.

Per quanto riguarda la carne di pollame, le preparazioni e i prodotti a base di carne di pollame, in seguito all’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2018/700, molti stabilimenti brasiliani non sono più autorizzati a esportare tali merci nell’Unione europea per cui, negli anni recenti, si è avuta una notevole riduzione, fino all’interruzione, delle importazioni. Dato che la carne di pollame, le preparazioni e i prodotti a base di carne di pollame sono categorie alimentari per le quali il Regolamento (CE) n. 2073/2005 (Allegato 1, Capitolo 1) stabilisce i criteri di sicurezza alimentare si è avuto di riflesso una riduzione, fino all’interruzione, dei controlli oggetto della raccomandazione dell’Unione europea.

Tra i controlli speciali, oltre ai controlli sulle carni dal Brasile, con l’adozione della decisione della Commissione 2020/17293, è stato sviluppato un piano nazionale di monitoraggio armonizzato a livello UE sulla resistenza agli antimicrobici di batteri zoonotici e commensali che ha coinvolto direttamente i PCF oltre ai servizi sanitari territoriali. Per il 2022 il piano prevedeva l’esecuzione programmata di campionamenti sulle sole carni avicole, ma i PCF italiani non hanno eseguito test sulla resistenza antimicrobica su queste carni dato che non sono state presentate partite per l’ingresso nella UE.

Nel 2022 sono state importate sul territorio italiano, attraverso PCF italiani, 187.807 partite di alimenti e mangimi di origine vegetale e materiali e oggetti a contatto con alimenti (MOCA) con un incremento rispetto l’anno precedente del +24,3%. Il settore degli alimenti e mangimi, con 111.830 partite (59,5%), rappresenta il gruppo merceologico più numeroso rispetto ai MOCA e altri materiali e prodotti chimici, con 75.931 partite (40,4%).

In seguito ai controlli effettuati nel corso del 2022 sugli alimenti, mangimi e materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA) presentati per l’importazione nella UE, i PCF europei (inclusi PCF di Norvegia e Islanda) hanno trasmesso 1.677 notifiche al sistema RASFF (1.626 nel 2021) di cui 152 pari al 9% (139, 8,5% nel 2021) trasmesse dall’Italia. Nessuna ha riguardato carni di pollame.

Per quanto riguarda i flussi di merci dell’UE, le partite di animali e di prodotti di origine animale provenienti dagli altri Paesi dell’UE che sono state segnalate agli U.V.A.C. nel corso dell’anno 2022 risultano essere 2.337.995 (-4,4% rispetto l’anno 2021) che rappresentano un volume di più di quaranta volte superiore a quello delle partite importate dai Paesi Terzi. I maggiori quantitativi introdotti dagli altri Paesi membri riguardano le carni bovine e suine; sono state infatti introdotte e 175.293 partite di carni bovine per un peso di 304.756 tonnellate e 160.266 partite di carni suine per un peso complessivo di 978.615 tonnellate. Seguono in ordine di quantità le carni di pollame (35.107 partite per 123.066 t.).

Tra le partite di animali vivi ed il numero di capi di interesse agricolo-zootecnico provenienti dall’UE distinti in relazione alla specie di appartenenza ed al Paese di provenienza, si segnalano i bovini come la specie di maggior importanza. Tra quelli di interesse si segnalano i suini, con 4.104 partite per un totale di 1.289.353 capi e il pollame, con 1.855 partite per un totale di più di 68 milioni di capi. Per quanto riguarda i suini il paese maggior fornitore è la Danimarca, seguita dalla Germania, dal Belgio e dall’Olanda. La maggior parte delle 1.855 partite di pollame (68 milioni di capi) sono pulcini di 1 giorno provenienti da allevamenti di alto livello genealogico. Il 47,8% di queste partite provengono dalla Francia.

Complessivamente le partite oggetto di respingimento sono state 11 che, su un totale di 6.139 partite controllate, rappresentano una percentuale di respingimento pari allo 0,18%, un valore inferiore a quello riscontrato nel 2021 (0,36%). I respingimenti hanno riguardato anche le partite di carni di pollame (3 partite). Una parte rilevante è stata causata dalla presenza di salmonella, 2 partite pari al 50% dei respingimenti dovuti ed esiti di laboratorio sfavorevoli.

Per quanto riguarda i controlli veterinari, nell’anno 2021 sono state sottoposte a controlli documentali e fisici 7.144 partite, pari allo 0,29% di quelle introdotte dai Paesi UE. La percentuale dei controlli documentali e fisici varia a seconda della tipologia di merce raggiungendo i livelli più elevati sui suini (8,62%) e sul pollame (6,26%).

Fonte e immagine: Ministero della Salute

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