Posti di controllo frontalieri e attività di controllo degli Uffici veterinari: il report 2021

Il Ministero della Salute ha diffuso il report annuale 2021 Posti di controllo e uffici veterinari per gli adempimenti comunitari.

I controlli svolti dai 28 PCF italiani sono stati finalizzati a verificare le garanzie sanitarie fornite dal Paese esportatore per ciascuna partita di animali e merci destinata all’ importazione nell’Unione Europea.

Nel 2021 sono state importate sul territorio italiani, attraverso i Posti di Controllo Frontalieri (PCF) italiani, 41.870 partite di animali, prodotti di origine animale e mangimi di origine animale da oltre 100 Paesi terzi con un incremento del +12,7% rispetto al 2020. L’attività di controllo ha riguardato inoltre 151.100 partite di alimenti e mangimi di origine vegetale e di materiali e oggetti a contatto con alimenti (MOCA).

Le carni e i prodotti a base di carne, con 2.664 partite per un totale di circa 43.585 tonnellate, rappresentano il terzo gruppo merceologico in ordine di importanza, dopo i prodotti della pesca e mangimi e integratori. L’84,1% delle partite è rappresentato da carni bovine (2.240 partite), seguono con il 3,9% le frattaglie (103), con il 3,8% le partite miste di carni e frattaglie (102 partite), ecc.

Per il 2021, tenuto conto dell’andamento dei flussi d’importazione, dei risultati dell’attuazione del piano dell’anno precedente e del livello annuale dei controlli obbligatori, la percentuale minima di controllo è stata fissata al 3%.

I controlli indirizzati sono un elenco di campionamenti mirati su combinazioni di prodotto, origine e pericolo da eseguire in base ai prodotti, paesi terzi e pericoli maggiormente notificati attraverso il sistema RASFF nell’anno precedente. Le raccomandazioni sono controlli programmati sulla base dei flussi d’importazione, della frequenza e risultati dei controlli degli anni precedenti su taluni prodotti, dei rapporti di audit svolti dalla Commissione nei Paesi terzi o in seguito a rischi emergenti. Per il 2021 le raccomandazioni riguardavano i controlli sulle carni bovine e carni equine refrigerate e congelate, prodotti a base di carne di pollame dalla Cina, prodotti dell’acquacoltura, pesci appartenenti alla famiglia pangasiidae, miele e prodotti dell’apicoltura, molluschi bivalvi, salmonidi d’acquacoltura e test per la ricerca dei metalli pesanti in alcuni prodotti della pesca, istamina, additivi alimentari, radiazioni ionizzanti e le analisi per i residui su alcuni prodotti dal Brasile.

È proseguita per tutto il 2021 l’attività di controllo straordinaria sulle carni provenienti dal Brasile in seguito al noto scandalo denominato “carne fraca” emerso nel Paese nel 2016-2017. Nel periodo di riferimento (2021) sono state presentate per l’importazione 1.397 partite di carne bovina, di pollame loro preparazioni e prodotti.

In seguito all’entrata in vigore del Reg. (UE) 2018/700, molti stabilimenti brasiliani non sono più autorizzati a esportare le carni di pollame (loro preparazioni e prodotti) nella UE. Questo ha determinato una notevole riduzione del numero di partite di carni importate e quindi una riduzione delle matrici soggette ai controlli previsti dal Reg. (CE) n. 2073/2005 e stabiliti dalla raccomandazione dell’UE. In tale ambito i posti di controllo frontalieri italiani hanno attuato i controlli sulla carne bovina, di pollame, loro preparazioni e prodotti e hanno raggiunto una percentuale complessiva del 4,5% e sono stati effettuati per l’esecuzione sia di test microbiologici e che chimici. Non sono state riscontrate non conformità nella carne di pollame.

In seguito ai controlli effettuati nel corso del 2021 sugli alimenti, mangimi e materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA) presentati per l’importazione nella UE, i PCF europei (inclusi PCF della Norvegia e Islanda) hanno trasmesso 1.626 notifiche al sistema RASFF di cui 139 (8,5%) trasmesse dall’Italia (dati IMSOC al 01/04/2022). Nessuna ha riguardato carni di pollame.

Per quanto riguarda i flussi di merci dell’UE, le partite di animali e di prodotti di origine animale provenienti dagli altri Paesi dell’UE che sono state segnalate agli U.V.A.C. nel corso dell’anno 2021 risultano essere 2.445.808 (+7,8% rispetto l’anno 2020) che rappresentano un volume di più di quaranta volte superiore a quello delle partite importate dai Paesi Terzi. I maggiori quantitativi introdotti dagli altri Paesi membri riguardano le carni suine; sono state infatti introdotte e 163.564 partite di carni suine per un peso complessivo di 1.036.781 tonnellate. Seguono in ordine di quantità le carni di pollame (27.197 partite per 80.663 t.), le carni di coniglio e selvaggina (3.307 partite per 7.755 t.), Uova e derivati (13.576 partite per 68.020 t.).

Tra le partite di animali vivi ed il numero di capi di interesse agricolo-zootecnico provenienti dall’UE distinti in relazione alla specie di appartenenza ed al Paese di provenienza, si segnalano i bovini come la specie di maggior importanza. Tra quelli di interesse segnaliamo i suini, con 4.696 partite per un totale di 1.366.339 capi, il pollame, con 2.155 partite per un totale di più di 56 milioni di capi. Per quanto riguarda i suini il paese maggior fornitore è la Danimarca, seguita dalla Germania, dal Belgio e dall’Olanda. La maggior parte delle 2.155 partite di pollame (56 milioni di capi) sono pulcini di 1 giorno provenienti da allevamenti di alto livello genealogico. Il 60,3% di queste partite provengono dalla Francia.

Complessivamente le partite oggetto di respingimento sono state 26 che, su un totale di 7.144 partite controllate, rappresentano una percentuale di respingimento pari allo 0,36%, un valore inferiore a quella riscontrata nel 2020 (0,63%). I respingimenti hanno riguardato anche le partite di carni di pollame (6 partite). Tutti respingimenti sono stati causati dalla presenza di salmonella: 6 partite pari al 28,6% dei respingimenti dovuti ed esiti di laboratorio sfavorevoli.

Per quanto riguarda i controlli veterinari, nell’anno 2021 sono state sottoposte a controlli documentali e fisici 7.144 partite, pari allo 0,29% di quelle introdotte dai Paesi UE. La percentuale dei controlli documentali e fisici varia a seconda della tipologia di merce raggiungendo i livelli più elevati sui suini (8,62%) e sul pollame (6,26%).

Fonte: Ministero della Salute

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