Nuovi casi di aviaria in Russia e Cina

Negli ultimi giorni sono stati segnalati numerosi focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) negli allevamenti avicoli della Russia. A seguito di un primo focolaio di HPAI individuato due settimane fa nella regione di Kursk e segnalato all’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), il ministero dell’agricoltura della Russia ha confermato l’individuazione della variante H5 in ulteriori 16 siti: si tratta di 14 allevamenti da cortile e 2 allevamenti commerciali che ospitano 190.000 e 291.000 capi. Da quanto riportato sembra che l’infezione si sia diffusa rapidamente intorno a Kursk, dove è stato segnalato il primo focolaio, e abbia raggiunto anche Samara e Penza. Le aziende agricole colpite appartengono a Penza Mollnvest e Pticefabrika Vasilevskaya e sono situate in uno dei principali centri avicoli commerciali del paese. Gli ultimi 16 focolai hanno interessato oltre 485.000 capi.

Parlando alla televisione nazionale, il ministro dell’agricoltura della Bulgaria ha avvertito del pericolo di nuovi focolai di HPAI e ha invitato le autorità a prendere misure serie per combattere l’infezione. Secondo l’agenzia di stampa locale Focus Information Agency, oltre milione di uova non raggiungeranno il mercato. Il ministro ha comunque sottolineato che il virus non rappresenta una minaccia per la salute umana. Secondo alcuni rapporti ufficiali inviati all’OIE, dallo scorso marzo la Bulgaria ha registrato 7 focolai di HPAI H5N8, che hanno colpito oltre 58.000 capi. Inoltre, la scorsa settimana una fonte locale ha segnalato un ulteriore focolaio in un grande allevamento commerciale sito nella provincia di Dobrich.

Restando in Europa negli ultimi mesi la variante H5N6 è stata rilevata in alcune aquile in Scandinavia, testate dopo essere state rinvenute senza vita.

L’aviaria altamente patogena sembra essere tornata anche in Cina. Recentemente è stato colpito un allevamento di polli nella prefettura autonoma tibetana mongola di Haixi. La presenza del ceppo H5N1 è stata confermata dopo la morte di 1.050 animali. Il rapporto afferma che l’epidemia è stata efficacemente controllata.

Sempre in Asia, il ministero dell’agricoltura vietnamita ha riferito che la situazione dell’HPAI è stata “risolta“. Da febbraio è stato registrato un solo focolaio legato alla variante H5N6 in un alcuni animali domestici.

Per quanto riguarda l’Africa, l’agenzia per la salute degli animali della Costa d’Avorio ha informato l’OIE che l’HPAI non è più presente nel paese. Il virus H5N1 era stato segnalato per la prima volta nel maggio 2015, ma fino ad ottobre 2016 non sono stati rilevati ulteriori casi.

Fonte WattAgNet

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