Nei capannoni l’illuminazione deve soddisfare le esigenze degli animali

All’interno degli allevamenti le misurazioni della luce e la valutazione degli illuminanti sono state finora basate su parametri sviluppati per la percezione umana della luce. Ma gli occhi degli avicoli sono piuttosto differenti da quelli umani, specialmente in termini di sensibilità spettrale e capacità di risolvere stimoli temporalmente variabili.

Gli scienziati del gruppo di lavoro della Applied Poultry Sciences affermano che al fine di ottimizzare l’illuminazione nei pollai dovrebbero invece essere prese in considerazione queste differenze anatomiche e fisiologiche. Soprattutto perché numerose ricerche dimostrano che la luce gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della plumofagia e del cannibalismo.

Nell’abstract della loro ricerca, pubblicata sull’ultima newsletter Lohmann Tierzucht, i ricercatori, guidati dal dottor Anderson hanno detto che gli illuminanti adatti dovrebbero coprire l’intero spettro visibile contribuendo alla ricezione della luce, compresa la luce UV-A.
Il colore della luce (Kelvin) sembra però essere inadeguato per la valutazione dello spettro, poiché riflette solo la lunghezza d’onda con l’intensità massima.

I dati riferiti allo spettro visivo possono essere confrontati con i valori di riferimento di polli e tacchini rilevati in riferimento ai loro habitat naturali. La frequenza della luce emessa deve essere di almeno 120 Hz. E’ tuttavia altamente raccomandato considerare un generoso margine di sicurezza aggiuntivo poiché gli animali possono avere parametri differenti rispetto alla fusione della frequenza visiva.

Al fine di migliorare la qualità della luce all’interno dei capannoni è necessario il confronto tra diversi illuminanti oltre a ulteriori ricerche. In particolare si dovrebbero sviluppare procedure per testare l’intensità della luce che mostrino la luminosità percepita dal pollame allevato commercialmente.

Nei capannoni l’intensità della luce viene normalmente misurata con luxmetri, che possono non rilevare la luce UV-A, sebbene questa lunghezza d’onda ultravioletta contribuisca alla percezione della luminosità da parte degli avicoli. È probabile quindi che gli animali vedano il loro ambiente più luminoso rispetto a quanto rilevato dalla misurazione con luxmetri.

Come approccio pratico, i ricercatori raccomandano prove dell’intensità luminosa in aree funzionali (come per esempio gli alimentatori) che corrispondano alle diverse preferenze delle diverse aree funzionali.

Fonte Poultry World

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