Negli USA il primo vaccino a DNA contro l’aviaria

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha concesso alla società AgriLabs, con sede nel Montana, un via libera condizionale al primo vaccino a DNA destinato a proteggere il pollame dal ceppo dell’influenza aviaria ad alta patogenicità H5 e che fornirà ai produttori avicoli statunitensi un ulteriore strumento di protezione contro la malattia.

Il vaccino è stato prodotto mediante lo splicing (una modifica del nascente pre-mRNA), in un plasmide batterico, di un gene per uno specifico antigene correlato al sottotipo altamente patogeno H5 dell’influenza aviaria. Il plasmide viene poi moltiplicato, purificato e somministrato insieme ad un audiuvante (ENABL) che migliora il rilascio del vaccino nelle cellule bersaglio, dove gli antigeni prodotti dal plasmide provocano una risposta immunitaria.

Steve Schram, presidente e CEO di AgriLabs, ha detto che si tratta di un’importante passo in avanti che risponde alla necessità di realizzare vaccini a DNA da utilizzare per la salute degli animali.

La recente ricerca sul DNA finalizzata alla produzione di vaccini per gli animali da reddito non è riuscita a combinare efficacia, costi e convenienza. Riteniamo che questa tecnologia adiuvante abbia permesso di realizzare vaccini con un enorme potenziale“.

Inoltre, i vaccini a DNA non espongono gli animali trattati a organismi che producono malattie e non vi è alcun rischio che un patogeno modificato possa mutare in una forma virulenta. Questi vaccini forniscono anche la possibilità di differenziare gli animali infetti dagli animali vaccinati. Inoltre la tecnologia adiuvante di ENABL produce un rilascio più efficiente dei vaccini basati sul DNA, traducendosi in un maggiore assorbimento del vaccino e in una migliore produzione dell’antigene, oltre a una più ampia risposta immunitaria.

Gli adiuvanti ENABL sono caratterizzati da una matrice lipidica/polimerica brevettata che consente una dispersione efficace delle micro particelle del vaccino e un raggiungimento più efficiente delle cellule bersaglio. Questo significa poter ridurre il dosaggio dei vaccini a DNA, rendendoli economicamente più validi“.

La presentazione del vaccino è concomitante alle proiezioni FAO sulla diffusione del virus H5 nella stagione 2017/2018. Gli esperti FAO ritengono che la quarta ondata intercontinentale del virus di influenza aviaria ad alta patogenitià H5 sia ancora in corso, ed è caratterizzata dai nuovi ceppi che la scorsa stagione che hanno causato numerosi focolai sia nel pollame che negli uccelli selvatici in vaste aree dell’Europa, del Medio Oriente, dell’Asia, dell’Africa occidentale e in varie parti dell’Africa orientale e meridionale.
Se i modelli persistessero il virus potrebbe tornare in Europa anche se il numero di focolai potrebbe essere inferiore rispetto alla scorsa stagione.

Fonte The Poultry Site

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