Negli avicoli il Campylobacter è correlato alle modificazioni del microbiota intestinale

I ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno osservato e analizzato le modifiche del microbiota ciecale dei polli da carne nelle prime settimane di vita per identificare precocemente cambiamenti che predispongono potenzialmente alla colonizzazione dell’intestino da parte del batterio Campylobacter.

Lo studio delle interazioni tra batteri patogeni e microbiota intestinale rappresenta un approccio relativamente nuovo ma estremamente interessante, perché consente di comprendere meglio alcune dinamiche ecologiche che sono alla base dell’infezione.

L’infezione da Campylobacter di solito si verifica nella fase compresa tra le 3 e le 5 settimane di età del pollo. Lo schema di campionamento applicato nell’ambito del progetto, ovvero i giorni di vita degli animali identificati come il momento opportuno per il prelievo dei campioni, era mirato a cogliere la dinamica dell’infezione.

L’applicazione di tecniche di sequenziamento di nuova generazione, come il Next Generation Sequencing (NGS) ha permesso di mostrare che la dinamica dell’infezione da Campylobacter è strettamente correlata alle modificazioni del microbiota.

Ai fini dello studio sono stati selezionati e monitorati 6 allevamenti di polli da carne (4 positivi e 2 negativi a Campylobacter spp.), appartenenti alla medesima filiera e caratterizzati da analoghe modalità di gestione degli animali.

Dai risultati è emersa la presenza di profili microbici differenti negli allevamenti positivi rispetto a quelli negativi, come se gli animali provenienti da questi ultimi avessero la capacità intrinseca di resistere allo sviluppo dell’infezione da Campylobacter. In particolare: i campioni derivanti dagli allevamenti negativi mostrano con maggiore frequenza il genere Bacteroides e le famiglie delle Ruminococcaceae e le Lachnospiraceae come prevalenti;  campioni derivanti dagli allevamenti positivi mostrano come famiglie prevalenti le Ruminococcaceae e le Bacteroidaceae; il numero di campioni che presentano prevalenza di microrganismi appartenenti all’ordine Ruminococcus decresce nel tempo.

L’analisi della diversità ha evidenziato differenze significative sia in termini di numero di specie batteriche identificate, sia in termini di diversità tra le tipologie di batteri identificati negli animali appartenenti ad allevamenti negativi per Campylobacter rispetto a quelli positivi

Inoltre i dati indicano una maggiore uniformità nella composizione del microbiota in campioni appartenenti ad allevamenti negativi.

Sono state anche studiate le relazioni esistenti tra le tipologie batteriche identificate sia negli allevamenti positivi che in quelli negativi, al fine di definire le interazioni che promuovono e quelle che inibiscono l’infezione da Campylobacter.

Lo studio, pubblicato sul sito dell’IZS Venezie,  ha restituito importanti informazioni per ampliare le conoscenze nell’ambito dell’epidemiologia dell’infezione da Campylobacter nei polli da carne. Questi risultati aprono un promettente scenario per la definizione di misure di controllo in grado di ridurre la prevalenza di Campylobacter in allevamento, per esempio selezionando delle specie batteriche tipiche di animali con bassa probabilità di acquisire l’infezione, che potrebbero venire successivamente impiegate come probiotici negli animali sensibili all’infezione.

Fonte IZS Venezie

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