L’influenza aviaria ritorna in Malesia, Vietnam e Russia

Dopo oltre un anno di assenza, l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) sembra essere tornata in Malesia, e altri casi sono stati confermati in Vietnam e in Russia.

Secondo alcuni rapporti un focolaio di HPAI ha interessato una fattoria di ovaiole nello stato malese di Sabah, nella parte settentrionale dell’isola del Borneo. Tutto il distretto di Tuaran è stato dichiarato zona a rischio e il ministro dell’agricoltura, Junz Wong, ha ordinato l’abbattimento di tutto il pollame entro un chilometro dalla fattoria direttamente coinvolta. Per verificare la presenza del virus verranno prelevati campioni da tutti gli avicoli presenti entro cinque chilometri dai locali infetti. Secondo The Star, i capi coinvolti sono oltre 10.000. All’inizio di luglio, il ministro aveva negato che nel Sabah vi fossero casi di HPAI, affermando che gli elevati tassi di mortalità registrati del pollame erano causati dalle condizioni meteorologiche avverse. Rapporti ufficiali dell’agenzia nazionale per la salute degli animali all’Organizzazione mondiale per la salute degli animali (OIE) indicano che in Malesia i casi più recenti di HPAI si erano verificati a marzo 2017.

L’aviaria altamente patogena si è ripresentata anche in Vietnam. Negli ultimi giorni di luglio, il ceppo H5N6 è stato rilevato negli allevamenti di pollame in cortile in tre località nel nord del paese, due nella provincia di Hai Phong e uno in quella di Nghe An. Per la malattia sono morti quasi 1.600 capi e altri 11.030 sono stati eliminati per ridurre il rischio di diffusione del virus. Secondo quanto riportato da VN Espress si tratta di anatroccoli. In Vietnam l’ultima epidemia di HPAI è stata registrata lo scorso febbraio.

Nell’ultima settimana il Servizio ispettivo per la salute degli animali della Russia, Rosselkhoznadzor, ha confermato all’OIE altri quattro nuovi focolai di HPAI. Tutti i casi riguardavano animali da cortile, per un totale di 272 capi. I focolai sono stati registrati anche a Ulanovsk oblast zona che fino a questo momento non era mai stata colpita dall’epidemia. Questi ultimi 4 casi portano a 71 il numero di focolai di HPAI registrati in Russia da giugno di quest’anno.

Fonte WattAgNet

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