La Cina riduce i livelli di proteine nei mangimi

Con i prezzi dei soia che creano preoccupazione, anche in relazione alle diverse guerre commerciali in corso, gli analisti ritengono che gli allevatori e i produttori di mangimi della Cina hanno sempre più interessi a ridurre l’uso di soia nei mangimi.

La Cina sta infatti considerando di limitare la quantità di proteine utilizzate per nutrire suini e pollame. Le maggiori preoccupazioni sono legate alle pesanti tariffe sui semi di soia che gli Stati Uniti stanno esportando in Cina, e che si rifletteranno sui prezzi finali e quindi sulle forniture interne. Lo scorso 6 luglio, infatti, in risposta ai dazi statunitensi applicati sulle merci cinesi in ingresso negli USA, Pechino ha imposto il 25% di dazi doganali su 34 miliardi di dollari di prodotti statunitensi. Questa cosiddetta guerra commerciale sino-americana si sta ripercuotendo sui prezzi della soia.

Per questo la Chinese’s Feed Industry Association vuole limitare la quantità di proteine grezze e di fosforo totale presenti nei mangimi destinati a suini, ovaiole e polli bianchi. La limitazione riguarda il mangime somministrato in diverse fasi della crescita. Questa riduzione potrebbe comportare un calo delle importazioni cinesi di soia di 10 circa milioni di tonnellate. Ciò significherebbe che gli allevatori cinesi dovranno pensare per i propri animali ad un’alimentazione alternativa, adottando per esempio le risorse proteiche vegetali locali, le proteine monocellulari, le alghe o le farine di insetti.

Fonte All About Feed

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