Ismea: il biologico nel settore avicolo cresce del +20,6%

Si è tenuto il 6 luglio a Roma il convegno sulle tendenze del comparto biologico in agricoltura organizzato da ISMEAAppuntamento con il bio: l’agricoltura biologica del futuro” con la partecipazione del Ministero delle Politiche Agricole, Federbio, AIAB, Assobio, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane, Anabio-Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri.

Dal rapporto Ismea emerge che dal 2020 al 2021 per il comparto avicolo si è registrata una tendenza positiva: il numero di capi infatti è cresciuto del +20,6%, superando così i 5 milioni di capi. Negli altri comparti zootecnici si è registrato un +3% per i bovini, +0,5% per i suini, mentre è in diminuzione il contingente degli ovini e dei caprini, rispettivamente del -7,6% e del -5,3%.

Nell’ultimo triennio le consistenze dei bovini, suini, ovini e caprini mostrano livelli pressoché stabili mentre il comparto degli avicoli (con particolare riferimento ai polli da carne e ovaiole) mostra una dinamica più marcata, tanto da guadagnare in media circa mezzo milione di capi ogni anno.

Sempre in riferimento alle categorie zootecniche più rappresentative, attraverso un confronto con i dati ISTAT sulle consistenze, possiamo vedere come i più rilevanti in termini di incidenza del biologico sono: caprini (9,4%), ovini (8,6%) e bovini (7,0%) mentre all’interno dell’allevamento suinicolo, il biologico incide ancora solo per lo 0,7%.

In generale, nel corso degli ultimi 15 anni, il settore biologico è cresciuto a livello nazionale e internazionale a ritmi elevati guadagnando sempre più spazio nelle politiche agroalimentari, presso i consumatori e nelle strategie commerciali dell’intera filiera agricola. Solo negli ultimi cinque anni, in Italia le superfici e le aziende bio sono cresciute del 40% e i consumi interni di circa il 70%. Naturalmente, tali livelli di crescita sono stati favoriti dalla ridotta dimensione iniziale del fenomeno che, tuttavia, negli ultimi anni ha raggiunto traguardi importanti.

A livello europeo, nel 2020 – ultimi dati completi a disposizione – la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) coltivata ad agricoltura biologica si attesta a quasi 15 milioni di ettari. La Francia, la Spagna e l’Italia, in questo ordine, sono i tre paesi con le superfici biologiche più ampie in termini assoluti e l’Italia come già da molti anni, conferma anche nel 2021 la maggiore incidenza percentuale sulla superficie agricola complessiva, valore aumentato al 17,4% dal 16,6% del 2020.

Tra le strategie dell’UE, interessano il comparto agricolo quelle sulla “Biodiversità” e “Dal produttore al consumatore” che intendono rafforzare il ruolo degli agricoltori nella filiera agroalimentare ma contestualmente fissano obiettivi ambientali altamente sfidanti e sicuramente non a costo zero per il settore agricolo. A sostegno della strategia europea c’è un bilancio finanziario ambizioso che passa principalmente attraverso gli strumenti della Pac. Una politica che secondo alcuni Stati membri andrebbe già ripensata in un nuovo quadro politico internazionale che dovrebbe anteporre nuove priorità agli obiettivi di crescita verde, prima tra tutte quella della sicurezza alimentare.

Fonte: Ismea

Scarica qui il rapporto completo 

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