Il report sulle tendenze e le fonti di zoonosi, agenti zoonotici e focolai di origine alimentare nell’Ue

L’Efsa e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie hanno recentemente presentato i risultati delle attività di monitoraggio delle zoonosi svolte nel 2017 in 37 paesi europei (28 Stati membri (e nove non membri).

Secondo i dati del rapporto la Campilobatteriosi è stata la zoonosi più frequentemente segnalata, ma in compenso nel periodo 2013-2017 risulta stabilizzata la tendenza positiva nei casi umani che si registrava dal 2008.

Il trend decrescente per i casi confermati di Salmonellosi umana si è invece arrestato e i casi umani di Salmonella Enteritidis sono aumentati, principalmente in uno Stato membro che ha iniziato solo recentemente a riferire i dati dei sierotipi.  In compenso, ben 16 Stati membri hanno rispettato tutti gli obiettivi di riduzione della Salmonella nel pollame, mentre 12 Stati ne hanno mancato almeno uno.

Rispetto al 2016 risulta in diminuzione o stabile la prevalenza del numero di sierotipi di Salmonella nelle galline da riproduzione, nelle ovaiole, nei polli da carne e nei tacchini da ingrasso, mentre leggermente aumentata nei tacchini da riproduzione.

Nel 2017 il tasso di notifica della listeriosi umana è ulteriormente aumentato, nonostante questo patogeno raramente eccedesse il limite di sicurezza alimentare imposto a livello comunitario nel cibo pronto al consumo.

Lo scorso anno sono stati segnalati 5.079 focolai di origine alimentare (compresi quelli a base acquosa). La Salmonella è risultato l’agente più comunemente rilevato e la S. Enteritidis era la causa di 1 focolaio su 7. Nel 37,6% delle epidemie rilevate l’agente era sconosciuto.

La Salmonella nelle uova e quella nella carne e nei prodotti a base di carne viene indicata come il rapporto agente/alimento con il maggior livello di rischio.

Fonte Efsa

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