Gli impatti delle normative sul benessere nel mercato zootecnico internazionale

Gli standard di benessere degli animali applicati all’interno dell’Unione europea hanno un limitato impatto sulla concorrenza dei produttori che operano sul mercato internazionale. E’ quanto riportato dallo “Studio sull’impatto delle attività internazionali sul benessere degli animali” della Commissione europea, secondo il quale esempi di possibili deviazioni commerciali e delocalizzazione dei prodotti, causati dall’applicazione di stringenti norme di benessere, sono confermati solo nei mercati delle uova e dei prodotti da esse derivati: ma questi non si sono ancora concretizzati a causa dei fattori imposti da misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) concorrenti che fungono da barriere commerciali temporanee.

Nello studio si precisa che i requisiti di adattamento degli investimenti relativi al benessere degli animali possono avere un impatto negativo sulla redditività dei produttori e degli operatori dell’Unione europea, in particolare nelle industrie mature in crisi strutturale. Ciò è particolarmente vero per gli allevatori e per chi opera nel settore dei trasporti degli animali, che sono sottoposti a maggiori costi sostenuti per finanziare l’adeguamento degli impianti di produzione e rispondere alle normative comunitarie; questo maggiore esborso, tuttavia, non ha necessariamente portato a prezzi più elevati, a causa della mancanza di potere contrattuale.

La Commissione conferma tuttavia che l’UE ha chiaramente svolto un ruolo molto importante e decisivo nel sensibilizzare gli esperti in merito alle norme sul benessere degli animali come parte dell’agenda internazionale.

In particolare è intervenuta positivamente per avviare dialoghi in merito alla questione; aumentare l’importanza della politica relativa al benessere degli animali tra le istituzioni governative partner; facilitare l’incorporazione di standard di benessere animale nella legislazione di molte nazioni extra-UE; svolgere un ruolo importante nella promozione di iniziative pilota e volontarie del settore, in particolare nei settori delle ovaiole e dell’allevamento suino.

Nel complesso, tuttavia, i progressi sono stati lenti e disuguali in diverse aree: “È stato più chiaramente evidente per gli standard di benessere degli animali al macello, un po’ meno per gli standard di benessere degli animali al momento del trasporto. Ne sono un esempio alcuni standard OIE sul benessere degli animali che sono stati adottati solo di recente mentre altri sono ancora in fase di preparazione“.

Lo studio contiene la mappatura dettagliata delle attività internazionali dell’UE sul benessere degli animali svolte tra il 2004 e il 2015, e include 90 interviste con le parti interessate, una serie di studi dettagliati e l’analisi dei risultati di 2 indagini.

Fonte Poultry World 

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