Forlini: “Dopo il 2019 positivo ora il mercato è un’incognita, serve supporto da istituzioni”

“Il bilancio 2019 per le carni bianche è tutto sommato positivo. Il settore ha tenuto, rivelando una crescita dell’export, soprattutto per il pollo (+13% in volumi). Le sfide per il 2020 saranno difendere questa conquista ma anche tenerci stretto il primato di autosufficienza di questo settore (107%), che è tra i pochi non costretti a importare dall’estero. La filiera durante la pandemia ha dimostrato grande capacità organizzativa, continuando a produrre in sicurezza, proteggendo i propri dipendenti e assicurando continuità negli approvvigionamenti. Ad oggi non si sono registrati focolai di Covid nei siti produttivi delle aziende aderenti a Unaitalia, contrariamente a quanto accaduto negli Usa e in Europa”. Così Antonio Forlini, presidente Unaitalia, commenta la situazione alla luce dei dati di produzione e mercato 2019 e dell’emergenza Covid, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione.

“Quanto sta accadendo all’estero non rispecchia in alcun modo la realtà italiana e delle nostre aziende. Le misure per la sicurezza hanno avuto anche un impatto sulla produzione, comportando un rallentamento delle linee e impedendo nella prima fase di far fronte in modo sistematico alle richieste di mercato, e generando nei mesi successivi un magazzino-scorte significativo per alcune tipologie di prodotti. Queste condizioni hanno comportato costi aggiuntivi per le aziende e condizioni di mercato penalizzanti. Grazie al modello integrato di filiera siamo finora riusciti a superare la crisi senza trasferire le perdite sulla fase agricola e continuando a garantire il reddito degli allevatori. La nostra capacità di resilienza non è però infinita e necessita di un supporto da parte delle istituzioni: dobbiamo fare fronte alla competizione internazionale che spesso vede i nostri competitor, già agevolati da costi di produzione più bassi, sostenuti dai rispettivi governi con misure di sostegno agli investimenti. Tale situazione rischia di mettere in pericolo l’autosufficienza del settore avicolo italiano ed esporre le nostre imprese, oggi tutte di proprietà italiana, a possibili processi di acquisizione dall’estero. Auspichiamo quindi una strategia di lungo periodo che veda coinvolti tutti gli attori, dalle associazioni agricole alla Gdo, con una visione chiara sulla creazione e redistribuzione del valore, anche nel solco dei processi di cambiamento sollecitati dal mercato e indicati dalla strategia europea From Farm to Fork”.

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