Eurobarometro 2022 su AMR: il 64% degli europei favorevole all’utilizzo di antibiotici per la cura degli animali

Gli europei sono sempre più d’accordo sull’utilizzo di antibiotici in allevamento nel caso di animali malati. Quasi i due terzi degli intervistati (64%), infatti, concordano sul fatto che gli animali malati hanno il diritto di essere curati con antibiotici se questo è il trattamento più appropriato, con quasi uno su cinque (19%) che afferma di essere “totalmente d’accordo”. Quasi un terzo degli intervistati (31%) non è d’accordo sul fatto che gli animali malati abbiano il diritto di essere curati, con poco più di uno su dieci (11%) che afferma di essere “totalmente in disaccordo”.

Questo quanto emerge dall’Eurobarometro 2022 sull’Antibiotico resistenza della Commissione europea sulla base dell’indagine condotta dalla rete Kantar Public Brussels nei 27 Stati membri dell’UE tra il 21 febbraio e il 21 marzo 2022 e che ha riguardato 26.511 intervistati.

Nello specifico, l’indagine riguarda l’uso di antibiotici tra il pubblico in generale; il grado di conoscenza pubblica sul loro funzionamento e i rischi associati ad un uso non prudente; le opinioni sulla risposta politica più appropriata alla resistenza antimicrobica; gli atteggiamenti verso l’uso di antibiotici su animali malati e il grado di consapevolezza del divieto di utilizzare antibiotici per stimolare la crescita negli animali da allevamento; il consumo di antibiotici nel contesto della pandemia da COVID-19.

Utilizzo di antibiotici negli animali

Per quanto riguarda il capitolo relativo all’utilizzo di antibiotici in ambito veterinario, agli intervistati è stato chiesto se fossero d’accordo o in disaccordo con l’uso di antibiotici negli animali malati e il grado di appropriatezza del loro utilizzo.

Rispetto a quanto emerso dall’indagine condotta nel 2018, si è registrato un sostanziale aumento della percentuale di intervistati che “concordano” sul diritto degli animali malati a essere curati con antibiotici (+8 punti percentuali). Nel complesso, la percentuale di coloro che affermano di “non essere d’accordo” sul fatto che gli animali malati abbiano questo diritto è diminuita (-4). Diminuisce anche la quota di coloro che dichiarano di non sapere (5%, -4).

Divieto nell’Unione europea dell’utilizzo di antibiotici per stimolare la crescita negli animali

Quasi tre europei su cinque non sono a conoscenza del divieto nell’Unione dell’uso di antibiotici per stimolare la crescita negli animali da allevamento.

Nell’Union europea il divieto dell’uso di antibiotici per stimolare la crescita degli animali da allevamento è una pietra miliare degli sforzi dell’Unione per frenare l’uso inappropriato di antimicrobici in agricoltura, che incidono direttamente sulla qualità della salute degli animali e sul cibo che mangiamo. Solo circa due quinti degli intervistati (42%) sono a conoscenza del fatto che l’uso di antibiotici per stimolare la crescita degli animali da allevamento è vietato e la maggioranza degli intervistati (57%) non è a conoscenza dell’esistenza di tale divieto.

I risultati dell’Eurobarometro del 2022 sono sostanzialmente in linea con quelli riportati nel 2018. Si registra un leggero aumento nella percentuale di persone che affermano di sapere che l’uso di antibiotici per stimolare la crescita negli animali da allevamento è vietato (+4) e una leggera diminuzione tra coloro che non ne sono a conoscenza (-1).

A livello nazionale esistono notevoli differenze tra i diversi Stati membri. In sei Stati membri, la maggioranza degli intervistati afferma di essere a conoscenza dell’esistenza di un divieto dell’Unione riguardante l’uso di antibiotici per stimolare la crescita degli animali da allevamento. È più probabile che lo dicano in Finlandia (58%), in Italia (57%) e in Svezia e Paesi Bassi (entrambi 56%). È meno probabile che gli intervistati siano a conoscenza di questo divieto in Grecia (27%), Portogallo e Romania (entrambi 30%) e Cipro (33%).

Fonte: Unione Europea

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