Estensione dell’uso del licopene (E 160 d) nelle preparazioni e prodotti a base di carne

L’Efsa ha pubblicato un parere scientifico sulla sicurezza dell’estensione dell’uso del licopene (E 160 d) in alcune preparazioni a base di carne, prodotti a base di carne e preparati a base di frutta e verdura.

Il licopene (E 160 d) è un additivo alimentare autorizzato nell’UE per l’uso in diverse categorie di alimenti; è stata precedentemente stabilita un’assunzione giornaliera accettabile (DGA) di 0,5 mg per kg di peso corporeo (peso corporeo) al giorno.

In un presente parere, il gruppo di esperti scientifici ha deciso che per affrontare la sicurezza del licopene è sufficiente un confronto tra l’esposizione alla sostanza definita in base all’uso corrente, e quella calcolata in base all’estensione proposta.

Il gruppo di esperti scientifici ha quindi calcolato che, considerando gli attuali livelli massimi consentiti (MPL) e l’estensione proposta, l’esposizione alimentare media al licopene (E 160 d) nella popolazione totale varia da 0,01 mg per kg di peso corporeo al giorno per i neonati a 0,82 mg per kg di peso corporeo al giorno nei bambini piccoli. Ad alti livelli, l’esposizione al licopene variava da 0,03 mg per kg di peso corporeo al giorno nei neonati a 1,39 mg per kg di peso corporeo al giorno nei bambini piccoli.

Il gruppo di esperti scientifici ha concluso che la proposta di estendere l’uso del licopene (E 160d) come additivo alimentare nei preparati di carne, nei prodotti a base di carne e nei preparati a base di frutta e verdura fino a 60 mg per kg non intaccherebbe in modo significativo l’assunzione dell’additivo alimentare rispetto al suo attuale stato di limite massimo consentito.

Tuttavia, il gruppo ha osservato che l’assunzione complessiva nello scenario MPL supererebbe l’ADI attualmente stabilito. Il gruppo di esperti scientifici ha riconosciuto le incertezze nelle stime correnti che potrebbero comportare una sovrastima dell’esposizione al licopene (E 160d) come additivo alimentare nei paesi europei e, al fine di ridurre le incertezze nelle sue stime correnti, ha raccomandato una stima dell’esposizione maggiormente precisa, da calcolarsi sulle categorie di alimenti che contribuiscono maggiormente al calcolo

Fonte Efsa

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