Consumi domestici, Ismea: gli italiani scelgono i prodotti di origine animale

Secondo il Rapporto ISMEA – Nielsen sui consumi del terzo trimestre del 2020, tutti i singoli comparti alimentari hanno avuto una crescita della spesa domestica. In particolare, uova, carni, formaggi e ortofrutta hanno registrato incrementi superiori alla media.

Il comparto dei prodotti proteici di origine animale registra un notevole incremento dei consumi, valido per tutte le tipologie di prodotti. Il mercato delle uova resta quello più dinamico, che registra, alla fine dei primi nove mesi, un incremento del 16,1%.

Nel segmento delle carni fresche (+9,4%) protagonista è la carne suina, per la quale si è avuta una crescita dei volumi del 7% a fronte di un incremento delle spese del 14%.

Per quanto riguarda la carne avicola fresca, la spesa è aumentata del 9,5% a partire da una crescita dei volumi del 7%.

Le carni bovine, dopo una performance negativa per le vendite nel 2019, registra nel 2020 un incremento del 7,3%.

I prezzi dei prodotti di origine animale sono in linea con la media del periodo, che da gennaio a settembre 2019 era di circa 7,9 euro/kg e nello stesso periodo del 2020 ammonta a 8,30 euro/kg.

Valido per l’intero comparto delle carni, emerge una maggiore spesa a fronte di una minor quantità di prodotti acquistati. Giocoforza di ciò, non solo l’aumento dei prezzi ma anche meno offerte speciali e la preferenza di negozi tradizionali – macellerie nello specifico – rispetto alla GDO. La pandemia, infatti, ha favorito processi quali la scelta di negozi di prossimità o canali di e-commerce.

Anche per la spesa di prodotti lavorati e surgelati si è registrato un incremento: per le carni surgelate del 16,6%, per le carni in scatola del 6,6% e dell’11,1% per i wurstel.

Per quanto riguarda i salumi, i prodotti maggiormente acquistati sono stati gli affettati a libero servizio, per i quali si è registrano un aumento delle vendite del 14,1% rispetto a quelle dei salumi da banco, la cui spesa è aumentata appena dello 0,6%. Gli affettati confezionati già nel periodo pre-Covid segnavano una significativa crescita, il cui trend è ulteriormente aumentato appunto con la pandemia. A fare da traino nel comparto delle carni ci sono proprio i prodotti confezionati e nello specifico si è registrato un aumento del 17,4% per il prosciutto cotto confezionato e dell’1,9% per quello sfuso, del 12,4% per il crudo confezionato e dello 0,5% quello sfuso, del 12,3% per il salame confezionato e del 5,7% per lo sfuso.

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