Consumi domestici 2022, Ismea: in aumento la spesa per le carni

È stato pubblicato da Ismea il report sui consumi domestici delle famiglie italiane nel periodo gennaio-dicembre 2022.

Dal report emerge che nel 2022 si è verificato un aumento della spesa per tutti i comparti alimentari ad eccezione dei prodotti ittici e del vino. Risulta in netto aumento la spesa per gli olii (+16,7%), seguita da quella per bevande analcoliche (+12,4%) e derivati dei cereali (+11,6%).

Anche per il comparto delle carni si registra un importante incremento della spesa (+9,9%), con un peso sullo scontrino del 10,6%, a fronte di una lieve diminuzione delle quantità acquistate (dell’1,6%) e uno spostamento verso tagli e aree merceologiche più economiche di cui hanno pagato lo scotto le bovine a vantaggio delle suine.

Scendendo nel particolare delle varie tipologie, per le carni bovine si registra un sostenuto incremento dei prezzi medi (+9,7%) che ha spinto i consumatori al contenimento dei volumi facendo segnare nel complesso a fine anno un -4,4% degli acquisti in quantità, con una spesa comunque in aumento del 5,1%. Le carni suine, pur segnando un incremento dei prezzi medi del 7,1%, hanno registrato un incremento dei volumi acquistati, favorite da un livello di prezzo comunque inferiore sia a quello delle carni bovine che a quello di alcuni tagli delle avicole. Le carni avicole sono fra tutte quelle che hanno registrato il più importante aumento dei prezzi medi (+18,3%) subendo vicissitudini anche a causa dell’influenza aviaria e dei conseguenti abbattimenti che hanno portato a contrazioni dell’offerta nazionale; malgrado ciò, il consumo in termini di volume si è mantenuto stabile rispetto al 2021 (solo -0,2%).

Per quanto riguarda le uova, pur facendo parte di quel paniere caratterizzato da facilità d’uso ed economicità (è l’alimento proteico di origine animale meno costoso tra tutti), hanno subito nel 2022 una lieve contrazione dei volumi venduti (-1,6%) a fronte di un aumento dei prezzi medi del 12,5%; entrambe le dinamiche sono frutto di un sostenuto incremento dei costi di produzione e di una minore disponibilità di offerta per le restrizioni sanitarie che nell’ultimo anno hanno interessato questo settore.

Nel segmento dei salumi – che pesano in valore per il 6,3% sul totale alimentare – la spesa del 2022 ha segnato una dinamica di crescita del 4,4%, supportata da prezzi in crescita su tutti i prodotti e scelte dei consumatori che hanno privilegiato i prodotti meno cari rispetto a quelli a prezzo più elevato. Ne sono un esempio prosciutto cotto e mortadella che hanno visto crescere i loro volumi di vendita rispettivamente del 3% e del 11% a scapito di prodotti quali il prosciutto crudo Dop che a fronte di un incremento di prezzo del 6,8% ha visto scemare gli acquisti in volume dell’11,4%.

La spesa per i prodotti lattiero-caseari, che pesa sullo scontrino il 13,5%, è aumentata nel 2022 dell’8,6%. La componente dei formaggi registra incrementi di spesa di diversa entità, in un range che si muove dal +4,8% dei “molli” al +11,4% degli “industriali”. In particolare, per i duri Dop cresce il volume nel carrello (+3,8%) malgrado il rialzo del prezzo medio del 3%; anche la mozzarella di bufala a fronte di un prezzo che cresce meno della media degli altri prodotti similari (+4,7%) vede aumentare le vendite in volume del 5,4%. In tenuta i consumi di latte fresco che con aumenti alcune volte anche molto sostanziosi dei prezzi (in media del +9,3%), vedono stabili i volumi acquistati rispetto all’anno precedente.

Per i prodotti ittici, in controtendenza rispetto agli altri comparti, si assiste a un calo di spesa complessivo del 3,4%. Pesanti le rinunce all’acquisto di pesce fresco (-13% i volumi complessivi a fine anno, a fronte di aumenti di prezzo nell’ordine del 9%). In un contesto in cui alcune famiglie si sono trovate a fare un downgrading del carrello, il pesce fresco è stato tra i prodotti più penalizzati.

Fonte: Ismea

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