Consumatori e domanda di proteine guidano la produzione avicola

E’ un buon momento per il settore del pollame, o almeno questo è il sentiment che ha aleggiato nel corso delle 7 sessioni Poultry Breakout che si sono svolte in occasione di ONE 2018, The Alltech Ideas Conference, tenutasi dal 20 al 22 maggio 2018 a Lexington (Kentucky), e che ha coinvolto oltre 4.000 partecipanti provenienti da 40 paesi.

Con l’aumento dei redditi, le persone consumano più carne, e stanno mangiando il pollo più di qualsiasi altra carne” ha dichiarato Aidan Connolly, chief innovation officer e vice presidente di Alltech, sottolineando che attualmente il pollame rappresenta la metà del consumo mondiale di carne.

Ma oltre alla crescita della domanda, i produttori potranno beneficiare di una maggiore redditività ed, entro il 2027, di un tasso di conversione dei mangimi pari a 1:1; questo perché “l’industria avicola si innova più di qualsiasi altro settore zootecnico“.

Dello stesso parere è anche Osler Desouzant, CEO di OD Consulting: “Dagli anni ’90 i nuovi prodotti alimentari a base di pollo sono stati più di tutti gli altri prodotti a base di carne messi insieme. Il consumatore di pollo non si annoia mai. Ogni anni ci sono 65 nuovi modi di mangiare questo fantastico alimento“. Desouzant ha poi sottolineato che gran parte della crescita del settore sarà guidata dal maggiore consumo di pollame nei paesi in via di sviluppo: 76,4% nei prossimi 10 anni.

L’obiettivo della riduzione e dell’eliminazione degli antibiotici nella produzione avicola è il mantenimento dell’efficacia degli antimicrobici utilizzati sia in salute umana che animale. Inoltre la commercializzazione di prodotti di pollo senza antibiotici (ABF) è guidata dal consumatore.

I consumatori vogliono sapere da dove viene il cibo, come viene allevato e come viene prodotto” ha detto la dottoressa Kayla Price, di Alltech. Attualmente negli Stati Uniti il 45% della produzione di pollame è priva di antibiotici. Per passare a un programma ABF, gli allevatori devono considerare il microbioma dei loro animali ha spiegato Price e quindi tutta l’industria avicola, se vuole perseguire con successo una produzione ABF, deve concentrarsi sulla salute dell’intestino. Un intestino sano è costituito da microbi “alcuni buoni e alcuni cattivi, e altri ancora più cattivi in condizioni di stress. Per avere un intestino sano c’è bisogno di equilibrio, diversità e lunghi villi“.

Dal momento che non esiste una bacchetta magica che consenta una produzione ABF, i produttori devono assicurarsi di avere il profondo controllo di quattro componenti chiave: mangimi, acqua, gestione e additivi. E, per supportare la salute dell’intestino, Price suggerisce di adottare un approccio “dall’inizio alla fine“: dall’allevatore alla trasformazione.

I nutrizionisti che analizzano i diversi additivi alimentari da applicare alla produzione ABF dovrebbero porsi cinque domande sul prodotto:
Il consumatore lo accetterà? È sicuro? Conferisce stabilità ai pellet? Qual è la modalità di azione? Sarà coerente?

Price suggerisce ai nutrizionisti di considerare gli effetti sinergici degli additivi naturali soprattutto al fine di prevenire malattie e infiammazioni, e migliorare la salute e l’immunità del pollame

Fonte All About Feed

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