Commercio estero, rapporto Crea: l’agroalimentare tiene

E’ stato pubblicato il Rapporto 2019 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, realizzato dal Crea Politiche e Bioeconomia. Giunto alla sua 28° edizione, quest’anno è arricchito da un approfondimento sui prodotti di punta del Made in Italy e da un focus sull’impatto delle misure di contenimento del Covid-19 e della conseguente crisi economica sugli scambi agroalimentari del nostro Paese. A fronte dell’andamento positivo registrato nel primo trimestre dell’anno, i successivi tre mesi – caratterizzati dall’impatto del Covid e dal lockdown – hanno visto un netto calo in valore delle esportazioni (-3,6%) e, soprattutto, un vero crollo delle importazioni (-12,1%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La contrazione dei flussi agroalimentari si è concentrata nei mesi di aprile e in particolare di maggio, seguiti, però, da una diffusa ripresa degli scambi a giugno. Tra le categorie più colpite dalla contrazione dell’import, nel settore primario, gli ortaggi, il caffè greggio e i prodotti della silvicoltura e della pesca; nei trasformati invece, le carni, sia fresche che preparate, e i prodotti ittici. Per quanto riguarda i comparti dell’export, a risentirne maggiormente sono stati nel settore primario i prodotti del florovivaismo, mentre tra i trasformati le carni, il caffè torrefatto, i prodotti dolciari e il vino. Tuttavia, tale andamento è stato in parte compensato dalla crescita dell’export di altri importanti prodotti del Made in Italy, come la pasta, le conserve di pomodoro e l’olio di oliva. Tra le principali aree partner dell’Italia, Ue e Asia sono risultate le più colpite nel secondo trimestre, sia dal lato delle importazioni che delle esportazioni agroalimentari del nostro Paese.

 

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