Biologico, report Ismea 2021: dopo il picco del 2020, la spesa si riallinea ai trend abituali

Ismea ha pubblicato il report “Biologico: gli acquisti alimentari delle famiglie” sugli acquisti alimentati di prodotti biologici delle famiglie per il consumo domestico.

Archiviato un anno fuori dall’ordinario come il 2020, con le famiglie confinate a casa e lo spostamento di gran parte dei consumi tra le mura domestiche, il biologico riprende il suo cammino di crescita “normale”. Secondo le elaborazioni dell’Istituito sui dati Nielsen, nell’anno clou dell’emergenza pandemica, il 2020, le spesa di alimenti e bevande biologiche aveva registrato un incremento del 9,5%, performando meglio dell’agroalimentare nel suo complesso (+7,4%), anche sull’onda di un’attenzione più accentuata al mangiar sano che ha contraddistinto il periodo.  In un anno fuori dall’ordinario diverse categorie del bio confermano l’interesse dei consumatori: le carni (+13%), il pesce (+16,9%) e il vino (+5,7%): si tratta di categorie che, in peso assoluto, valgono insieme meno del 11,5%. Una conferma di un biologico in crescita soprattutto nei comparti dove l’offerta meno rappresentata.

Nel 2021 la spesa bio si è portata invece su un valore di 3,38 miliardi di Euro, in crescita del 4,5% sul 2019 – ultimo anno pre-crisi, ma segnando un fisiologico quanto inevitabile ripiegamento rispetto ai valori record del 2020 (-4,6%).

Il carrello bio resta sbilanciato sui prodotti freschi e non trasformati, in particolare frutta e verdura dove il consumatore riconosce il valore aggiunto dato dalla certificazione. Questo comparto pesa, da solo, il 46,1% mentre la quota dell’ortofrutta nella spesa agroalimentare italiana è ferma al 19,2%.

Il dettaglio delle categorie evidenzia una flessione degli acquisti in valore soprattutto per la frutta (-8,7%), gli ortaggi (-7%), il latte e derivati (-2,2%), i derivati dei cereali (-0,4%) e le uova fresche (-8%). Nonostante un parziale ritorno del consumatore alla normalità, l’incidenza delle vendite presso la distribuzione moderna cresce rispetto al 2020 (+1%), mentre si ridimensiona il contributo dell’e-commerce (-9,6%).

I prodotti biologici continuano a essere veicolati soprattutto nei Super e Ipermercati (65,3%). Resta positiva la performance dei Discount che, dopo il +9,4% del 2020, è l’unico canale in crescita anche nel 2021 nonostante molti consumatori possano finalmente tornare a mangiare biologico fuori casa e nei ristoranti. Il format dei discount, vincente nell’agroalimentare in genere, si sta dunque affermando anche nel mercato del biologico facendo leva su un più profondo assortimento di referenze bio nel fresco, dove sono apprezzate, unito alla logica del prezzo conveniente che risulta efficace nell’attirare e far conoscere il bio a una nuova categoria di consumatori attenti alle offerte e al primo prezzo.

Nel 2021, così come nell’anno precedente, il 62,7% delle vendite di prodotti bio sono concentrate nel Nord Italia, a fronte di una quota del 25,6% del Centro e Sardegna e dell’11,7% del Sud.

Fonte: Ismea

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