Alleanza sulla formazione tra Cepas e Federbio

Formazione, competenze certificate e professionalità inattaccabili: sono le chiavi dei lettura per affiancare e supportare una crescita del mercato sempre più accelerata sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

È questa la filosofia alla base dell’intesa siglata da FEDERBIO, la federazione presieduta da Paolo Carnemolla, che rappresenta le organizzazioni dell’intera filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, e CEPAS, l’Istituto leader nella certificazione delle professionalità e competenze. L’obiettivo è la promozione di un percorso di certificazione delle competenze di ispettori e consulenti che interagiscono nel settore del biologico e che sono chiamati a testarne ed attestarne l’affidabilità in un percorso di crescita.

L’agricoltura biologica si pratica in 178 paesi, 87 dei quali con una specifica normativa nazionale: si parla di un totale di 57,8 milioni di ettari (erano 11 milioni nel 1999) di cui 1,8 milioni in Italia, che pesano per l’1,2% della superficie agricola mondiale (ma per il 21,9% in Austria, per il 18,9% in Estonia, per il 19% in Svezia e per il 14,5% in Italia). Ben 2,7 milioni produttori, di cui 72.154 in Italia (dato 2016), alla base di un mercato di oltre 80 miliardi di euro.

Nell’ultimo anno la superficie coltivata in Unione europea senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi, è aumentata del l’8,2% (20,3% in Italia, un record assoluto in Europa), mentre i produttori del 7% (del 20,3% in Italia, altro record).

CEPAS ha quindi ricevuto da FEDERBIO il compito di definire ed elaborare gli schemi di certificazione, interagendo con la Federazione a un tavolo tecnico di lavoro anche nella messa a punto degli standard e dei riferimenti formativi di quei soggetti che saranno le figure determinanti per proporre standard di affidabilità e garantire quindi una crescita qualitativa. FEDERBIO, che ha nel suo codice associativo l’espansione qualitativa e quantitativa del settore attraverso tecniche di agricoltura biologica e biodinamica, regole deontologiche e professionali, intende in questo modo garantire la rigorosità e la correttezza dei comportamenti degli associati, vincolati in questo senso da un Codice Etico, e si preoccupa di verificare l’applicazione degli standard comuni.

Fonte Cepas

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