Report Efsa-Ecdc-Eurl: il punto sull’influenza aviaria. Attenuate le positività nel pollame

Secondo il rapporto Avian influenza overview April – June 2023 sull’influenza aviaria dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e del laboratorio di riferimento dell’UE (EURL), il virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) continua a circolare ampiamente tra gli uccelli marini in Europa, mentre la situazione generale nel pollame si è attenuata.

Tra il 29 aprile e il 23 giugno 2023, i focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) A(H5N1) sono stati segnalati in uccelli domestici (98) e selvatici (634) in 25 paesi europei.

La maggior parte dei focolai nel pollame si è concentrata nel sud-ovest della Francia, mentre i focolai negli uccelli selvatici (gabbiani e uccelli marini) sono stati ampiamente segnalati nei Paesi dell’Ue, dalle zone più settentrionali della Norvegia fino alle coste del Mediterraneo, con un aumento della mortalità osservato sia negli adulti che dopo la schiusa. Il numero complessivo di rilevamenti di virus HPAI nei selvatici (634) è stato leggermente inferiore a quello del periodo di riferimento precedente (723 dal 2 marzo al 28 aprile). Gli uccelli marini, a differenza dello stesso periodo dell’anno precedente, sono stati trovati morti anche nell’entroterra e non solo lungo le coste europee. L’EFSA raccomanda una sorveglianza attiva della malattia negli uccelli selvatici, soprattutto quelli acquatici, per comprendere la circolazione e contenere i diversi virus HPAI.

La maggior parte delle positività negli uccelli selvatici è stata riscontrata in Germania (221); seguono Polonia (71), Olanda (68), Lettonia (49), Francia (47), Lituania (37), Regno Unito (32), Danimarca (18), Austria (15), Ungheria (13). In Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Italia e Lussemburgo sono state registrate da 1 a 9 positività.

I focolai di HPAI nel pollame sono stati tutti identificati come HPAI A(H5N1) e segnalati in Francia (85), Regno Unito (3), Repubblica Ceca (2), Germania (2) e Polonia (1). Complessivamente, quasi 980.000 uccelli sono morti o sono stati abbattuti: il 66% in Francia, (corrispondente al 91% dei casi), il 19% nel Regno Unito e il 7% in Germania.

Per quanto riguarda i mammiferi, la maggior parte di quelli selvatici colpiti dall’HPAI è carnivora, caccia e si nutre di uccelli selvatici. Il virus A(H5N1) è stato identificato in 24 gatti domestici e in un caracal in nove province della Polonia tra il 10 e il 30 giugno 2023. Gli animali colpiti hanno mostrato segni neurologici e respiratori. Tutti i casi sono strettamente correlati da un punto di vista genetico e i virus identificati si raggruppano con virus rilevati in passato nel pollame (da ottobre 2022) e negli uccelli selvatici (dicembre 2022-gennaio 2023). Esistono ancora incertezze sulla loro possibile fonte di infezione; finora non è stata segnalata alcuna trasmissione da felino a felino o da felino a uomo.

L’ECDC ha valutato che il rischio di infezione da virus HPAI in Europa rimane basso per la popolazione generale e da basso a moderato per le persone esposte professionalmente o in altro modo a uccelli o mammiferi infetti (selvatici o domestici). Per ridurre ulteriormente il rischio di infezione, gli esperti raccomandano di sensibilizzare la popolazione a evitare l’esposizione a uccelli o mammiferi marini morti o malati.

Fonte: Efsa

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