Sostituzione di prodotti di origine animale con alternative vegetali: quali impatti sulla qualità della dieta?

Negli ultimi anni sono sempre di più i consumatori che, spinti da motivazioni di varia natura (etica, ambientale, di salute), scelgono di sostituire gli alimenti di origine animale con prodotti vegetali considerati equivalenti. Uno studio di modellizzazione, condotto utilizzando i dati estrapolati dal French Third Individual and National Study on Food Consumption Survey (INCA3), è stato disegnato per indagare l’impatto di questo tipo di sostituzione sulla qualità complessiva della dieta e sul rischio di eventuali carenze nutrizionali.

A tale scopo, i ricercatori hanno simulato di sostituire nella dieta abituale di 2121 francesi gli alimenti appartenenti alle categorie “carne”, “latte” o “dessert preparati prevalentemente con latte” con la stessa quantità in peso di prodotti alternativi a base vegetale, come “burger”, bevande o dolci principalmente a base di legumi, cereali oppure frutta secca, ottenendo in questo modo ben oltre 200.000 modelli di diete differenti.

Complessivamente, in base ai risultati, sembrerebbe che sostituire questi alimenti di origine animale con altri di origine vegetale apporti miglioramenti marginali, e non particolarmente significativi, sulla qualità complessiva della dieta.

I ricercatori hanno infatti notato che le sostituzioni con prodotti vegetali permetterebbero di raggiungere livelli adeguati di alcuni nutrienti importanti per la salute e molto spesso carenti nell’alimentazione della popolazione generale, come fibre, acidi grassi polinsaturi (acido linoleico e α-linolenico), vitamina E, folati e, in misura minore, rame, manganese e magnesio; tuttavia, allo stesso tempo, comporterebbero una riduzione dei livelli di alcune vitamine del gruppo B, in particolare acido pantotenico, riboflavina e vitamina B12 (principalmente quando a essere sostituite sono le carni), ma anche alcuni minerali fondamentali per la crescita e il mantenimento dello stato di salute come il calcio e lo iodio (soprattutto quando la sostituzione riguarda latte o dessert con alternative vegetali non fortificate), con un aumento del rischio di carenze nutrizionali.

Va detto che i risultati ottenuti potrebbero non essere del tutto realistici considerando che si tratta di uno studio di modellizzazione. Tuttavia, suggeriscono l’importanza della valutazione dei prodotti vegetali che si scelgono come alternativi a quelli di origine animale, e che potrebbero non sempre essere adeguati da un punto di vista nutrizionale.

Fonte: Nutrition Foundation of Italy

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