Istat, il report sulla digitalizzazione delle aziende zootecniche italiane

L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha pubblicato il report intitolato “La diffusione delle tecnologie nelle aziende agricole – anno 2020” sulla digitalizzazione delle aziende zootecniche italiane.

Il report contiene l’analisi del numero di aziende zootecniche, del tipo di connessione da queste adottato, del loro utilizzo delle piattaforme digitali (es. sito web e social) e dei servizi di cloud computing e dell’adozione di tecniche di Precision Livestock Farming. I principali risultati emersi dall’indagine Istat mostrano che il 16,1% delle aziende campionate ha un sito web o una pagina social, il 71,2% utilizza strumenti di precisione e il 26,2% ha acquistato servizi di cloud computing.

L’indice composito DESI (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società) è lo strumento utilizzato dalla Commissione europea per monitorare la competitività digitale degli Stati membri dal 2015. Le aree di interesse dell’indice sono: connettività a banda larga, competenze digitali, uso di Internet da parte dei singoli, integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese e servizi pubblici digitali.

Secondo l’indice DESI 2020 (calcolato ancora su 28 Stati incluso il Regno Unito), l’Italia è venticinquesima nella graduatoria europea.

A dicembre 2020 sul territorio italiano sono presenti 458.534 aziende zootecniche. Di queste, il 61,7% alleva specie bovine, bufaline, suine e ovi-caprine (prese in considerazione nell’Indagine campionaria sulla consistenza del bestiame). Rispetto al 2019, si stima una notevole contrazione del numero di aziende zootecniche (pari a 282.759) che allevano le specie target. Il calo interessa tutte le ripartizioni geografiche, soprattutto il Centro, dove si registra una flessione del 7,2% rispetto alla media nazionale di -4,8%.

L’accesso a una connettività veloce e affidabile, la disponibilità di capitale umano in possesso delle competenze necessarie per usare strumenti tecnologici evoluti, la scelta del digitale come investimento necessario anche se costoso, sono elementi di innovazione per la competitività e la sostenibilità delle produzioni delle aziende zootecniche, che però soffrono ancora un forte divario digitale. Ciononostante, il miglioramento è netto rispetto a quanto rilevato dal Censimento generale dell’agricoltura del 2010 quando solo il 3,8% delle aziende agricole aveva avviato processi di digitalizzazione e l’1,2% navigava su Internet. Nel 2020, quasi una azienda su tre è dotata di personal computer, di una connessione e delle competenze digitali.

Il 52,8% delle aziende zootecniche italiane ha dichiarato di utilizzare una connessione in banda larga. Tale proporzione cambia se si considerano dimensione aziendale e localizzazione geografica. La quota di aziende con più di 5 addetti collegate in rete raggiunge l’82,6% contro il 59,3% di quelle con 2-5 addetti e il 39,0% delle aziende con un addetto. Sul territorio invece la maggiore diffusione di connessioni veloci si rileva tra le aziende del Nord-ovest (63,1%) e del Nordest (61,4%); decisamente più basso l’utilizzo al Sud e nelle Isole dove la connessione a banda larga riguarda solo il 34,3% delle aziende.

Per quanto riguarda l’utilizzo di piattaforme social, l’adozione di strategie online per aumentare la visibilità e promuovere i propri prodotti denota ancora un forte divario digitale. La presenza di siti web e profili aziendali sui social network interessa infatti soltanto il 16,1% delle aziende intervistate.

Anche in questo caso, la dimensione aziendale svolge un ruolo cruciale: è presente online il 47,1% delle aziende zootecniche con più di 5 addetti, il 17,9% di quelle con 1-5 addetti e il 9,0% delle aziende con un solo addetto.

A livello territoriale, le aziende localizzate al Centro mostrano un’apertura maggiore all’utilizzo dei siti web o dei social network (rispettivamente 19,2% e 5,9% posizionandosi sopra la media italiana (rispettivamente 12,5% e 3,6%). Tra i servizi offerti sul sito aziendale o sui propri profili social al primo posto figurano la descrizione di prodotti o servizi e le informazioni sui prezzi (98,4% di aziende), seguono a grande distanza la vendita online (34,9%), le informazioni relative a qualità, sostenibilità e sicurezza dei prodotti (13,4%) e la tracciabilità degli ordini (11,6%).

Per monitorare e ottimizzare i processi di produzione sono disponibili varie tecniche di Precision Livestock Farming (PLF) che permettono di automatizzare diverse operazioni e ottenere una maggiore redditività, oltre a valorizzare il benessere animale e ridurre l’impatto ambientale. L’utilizzo di questi strumenti di precisione è più diffuso al Nord-ovest (52,1% contro una media nazionale del 38,5%) mentre la ripartizione centrale è quella in cui si registra la minore propensione (26,4%).

Il ricorso alle tecnologie digitali appare ancora limitato e caratterizza solo una piccola porzione delle aziende zootecniche. Tra quelle che hanno avviato il processo di digitalizzazione, il risultato più importante è la maggiore facilità nel condividere informazioni e conoscenze all’interno dell’azienda – indicato dal 24,1% delle unità rispondenti – per migliorare il processo decisionale e rendere l’azienda più efficiente e redditizia.

Fonte: https://www.istat.it/it/files//2021/05/Report-tecnologie-aziende-zootecniche_2020.pdf.

Foto: https://www.istat.it/.

 

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