Rete Rurale Nazionale, il report sull’analisi delle filiere zootecniche italiane nella PAC

Nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale è stato realizzato il report L’Italia e la PAC post 2020: contributo all’analisi di contesto per gli Obiettivi Specifici dell’OG1. Approfondimenti settoriali: filiere zootecniche.

Il report rappresenta il primo di una serie di contributi per utili all’approfondimento delle analisi di contesto relative all’Obiettivo Generale 1 “Promuovere un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare”.

Il report rientra nelle analisi di contesto specifiche per le principali filiere agroalimentari italiane, volte a fornire ulteriori elementi rilevanti al fine di definire una strategia per favorire il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare e per l’adeguamento alle sfide della sostenibilità, che tenga conto delle differenze e specificità settoriali. Questo primo documento riguarda nello specifico le quattro filiere zootecniche del latte bovino, della carne bovina, della carne suina e del settore ovicaprino. La trattazione è articolata secondo gli obiettivi specifici della nuova PAC, con l’obiettivo di arrivare all’identificazione dei punti di forza e debolezza, delle minacce e delle opportunità da sottoporre al confronto e alla discussione con gli stakeholder.

La zootecnia assume una rilevanza significativa per l’apporto alla formazione del valore dell’agricoltura nazionale – con un’incidenza pari a poco meno di un terzo sulla produzione agricola a prezzi correnti – e per il suo contributo alla sicurezza alimentare.

Per garantire e migliorare la competitività, l’efficienza e la sostenibilità della zootecnia nazionale è essenziale concepire una strategia multivariata e coordinata, che tenga conto delle Raccomandazioni della Commissione per il piano strategico della PAC dell’Italia. Il settore zootecnico è fortemente chiamato in causa non solo per quanto riguarda la resilienza e la competitività del settore agricolo, ma anche per il contributo al conseguimento degli obiettivi dell’Unione in materia di ambiente e clima e, non ultimo, per rispondere alle esigenze sociali in termini di miglioramento del benessere animale e di riduzione dell’uso di antimicrobici. Quest’ultimo obiettivo entra, peraltro, a far parte dei target definiti dal New Green Deal – specificatamente nella Strategia Farm to Fork – e prevede una riduzione del 50% delle vendite di antimicrobici per gli animali negli allevamenti e nell’acquacoltura. Nell’impianto strategico della nuova PAC è stato dedicato un obiettivo specifico agli scopi di aumentare la risposta della filiera agroalimentare alle esigenze della società in termini di benessere animale, riduzione dell’uso di antibiotici negli allevamenti e prodotti sani e di qualità.

Il ruolo del benessere animale è centrale. La redditività economica del comparto agro-zootecnico, la produttività delle aziende e la valorizzazione delle produzioni risultano strettamente legate al livello di benessere degli allevamenti, che dal 2007 rappresenta uno dei criteri di gestione obbligatori di condizionalità dei Pagamenti diretti in ambito PAC e l’oggetto specifico di una misura dello sviluppo rurale.

Fonte: Rete Rurale Nazionale

Per approfondire, scarica il report: “L’ITALIA E LA PAC POST 2020: CONTRIBUTO ALL’ANALISI DI CONTESTO PER GLI OBIETTIVI SPECIFICI DELL’OG1. APPROFONDIMENTI SETTORIALI: FILIERE ZOOTECNICHE”

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