Covid-19, Copa e Cogeca chiedono di rivedere l’import di carni avicole

Copa e Cogeca, associazioni europee di rappresentanza del mondo agricolo e cooperativo, in collaborazione con Avec ed Elpha, hanno chiesto alla Commissione Europea di gestire il flusso di importazioni di carni avicole, in base ai cambiamenti del mercato dei consumatori in modo da evitare una crisi di offerta eccessiva. In una lettera inviata alla Dg Agri, Copa e Cogeca hanno espresso le loro preoccupazioni per il settore delle uova e delle carni avicole in relazione all’impatto sul mercato della chiusura di alberghi, ristoranti e servizi di catering a causa dell’emergenza Covid-19. Il diffondersi della pandemia ha costretto i governi di tutta Europa ad adottare misure restrittive per i cittadini, chiedendo la chiusura di molte attività produttive e commerciali.

Senza il canale Horeca, alcune produzioni di nicchia sono state fortemente colpite (anatra, piccione, quaglia, coniglio, faraona, oca) e anche le vendite di pollo e tacchino sono state influenzate dalla pandemia, poiché l’acquisto al dettaglio per il consumo domestico non compensa le perdite del canale Horeca.

La stessa dinamica si registra in Europa anche per il settore degli ovoprodotti, che normalmente sono destinati ai servizi di ristorazione fuori casa. Allo stesso tempo, la domanda di uova in guscio vendute al dettaglio è aumentata, causando una certa carenza in alcuni Stati membri.

Parallelamente, l’Ue continua a importare grandi quantità di carne di pollame da paesi terzi, per i quali l’Horeca è lo sbocco principale. Per Charles Bourns, il presidente del gruppo di lavoro “questa situazione causerà una crisi di offerta eccessiva dal momento in cui ristoranti, alberghi e catering saranno di nuovo aperti, in quanto i consumatori non andranno a mangiare fuori casa il doppio di quanto facevano prima della crisi. Questo metterà una pressione enorme sul prezzo“.

 

 

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