Uova per combattere fame e malnutrizione

Tim Lambert, presidente dell’International Egg Commission, e la dottoressa Saul Morris della Global Alliance for Improved Nutrition, nel corso di un forum hanno confermato che le uova rappresentano un’opportunità concreta e di impatto per affrontare i problemi della malnutrizione, in particolare nei confronti dei bambini che vivono in alcune parti dell’Africa e dell’Asia meridionale.

Hanno inoltre fatto riferimento ad un supplemento speciale della rivista Maternal and Child Nutrition, pubblicata lo scorso mese, che esamina il valore nutrizionale delle uova e i diversi modi per aumentarne l’accesso.

Tra i vari argomenti a sostegno dell’importante ruolo che le uova svolgono all’interno di una dieta destinata a madri e bambini, sono stati presentati dati aggiornati sul consumo delle uova. Inoltre nel supplemento viene illustrato come un intervento controllato per promuovere la produzione di pollame in Ghana e Zambia abbia influenzato la diversità alimentare e lo stato nutrizionale infantile. Nello stesso supplemento è stato illustrato un progetto avicolo su piccola scala finalizzato ad aumentare la produzione e l’assunzione di uova in quattro diverse regioni africane. Ampio spazio è inoltre stato dato a un nuovo approccio per utilizzare i gusci delle uova di pollo per migliorare l’assunzione di calcio nella dieta nell’Africa sub-sahariana rurale. Infine sono stati presentati nuovi modelli di business finalizzati alla la produzione di pollame nell’Africa orientale.

Secondo Lambert e Morris “sembra che l’umile uovo offra un’opportunità pratica e concreta per affrontare problemi di malnutrizione. Le uova sono proteine quasi pure, di altissima qualità. Inoltre, in particolare per i bambini piccoli, forniscono la giusta dose giornaliera di vitamina B12 e colina. Il contenuto di acidi grassi essenziali delle uova può essere particolarmente importante in gravidanza. Quasi in tutto il mondo, con l’eccezione della fascia vegetariana dell’India, ama mangiare le uova, e questo alimento prezioso può essere prodotto a prezzi accessibili anche per chi è moderatamente povero“.

Nel forum i due esperti hanno posto una serie di domande relative al raggiungimento del giusto equilibrio tra produzione su piccola scala, produzione su larga scala e commercio a lunga distanza, diversi modi per aumentare la domanda di uova, influire sul benessere degli animali, mitigare le emissioni di carbonio, e cosa fare per incoraggiare le parti interessate ad accelerare l’accesso alle uova nelle comunità povere.

Nel corso dell’incontro Teopista Mutesi, dell’ufficio FAO del Ruanda ha affermato che, in qualità di addetto alle comunicazioni di un progetto FAO nel settore avicolo, ha ascoltato alcune incredibili testimonianze “di famiglie con bambini malnutriti che sono stati alimentati con uova. I risultati sono stati impressionanti“.

Wilma Freire Zaldumbide, dell’Università di San Francisco de Quito, in Ecuador, ha aggiunto che è importante coinvolgere le persone nella soluzione dei loro problemi: “Ci sarà sempre un vuoto da colmare. La promozione del consumo di uova può favorire il coinvolgimento delle famiglie in un piccolo business e al contempo migliorare le loro diete. Per fare ciò, è necessario considerare altri campi, come l’organizzazione sociale o l’auto-sostenibilità, per consentire alle persone di adottare le proprie soluzioni“.

Helene Delisle, dell’Università di Montreal, ha aggiunto che “in diverse culture africane le uova sono tra gli alimenti tabù per bambini e donne incinte, ma queste difficoltà potrebbero essere superate attraverso adeguate campagne educative“.

Fonte Poultry World

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