Gli effetti del bando Ue sul pollame brasiliano

Aumentano le conferme che la decisione della Commissione europea di vietare la carne di pollame proveniente dal Brasile sta avendo un effetto significativo sul settore del paese sudamericano.

Aurora, il terzo produttore avicolo brasiliano, ha recentemente sospeso per 30 giorni la produzione in uno dei suoi otto impianti, chiudendo un’unità che trasforma il 12% della quantità totale di macellazione nel paese. La fabbrica colpita si trova nello stato di Santa Catarina e impiega 1.283 lavoratori; il personale verrà mandato in congedo retribuito.

È la seconda volta in poco più di un mese che, imputando la decisione alle le condizioni del mercato legate ai divieti commerciali e ai maggiori costi dei mangimi, la società ha fermato la produzione del Brasile, il più grande esportatore di pollame al mondo; e sebbene la società abbia dichiarato che non sono previsti licenziamenti, il fatto che altri due stabilimenti abbiano sospeso l’attività è comunque un duro colpo per l’economia avicola del Brasile.

Lo scorso mese la Commissione europea aveva annunciato il divieto sulle importazioni di carne provenienti da 20 stabilimenti brasiliani che si pensava potessero esportare carne di pollame contenente Salmonella.

La Reuters ha riferito che secondo Aurora il settore avicolo sta affrontando ulteriori problemi: il mercato interno del mais sta attraversando un periodo diconservazione speculativa“, e si trova ad affrontare un aumento artificiale i prezzi dei mangimi. “Tutto ciò aggrava la ulteriormente la già difficile situazione del settore e obbliga i trasformatori alimentari ad acquistare mais all’estero per nutrire quasi 520 milioni di avicoli presenti in Brasile“, ha affermato Aurora.

Fonte WattAgNet

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