Pollo passione italiana. Nel 2017 segno più dei consumi. Ma calano le altre specie avicole

Gli italiani sempre più amanti del pollo. Nel 2017 il consumo pro-capite di questa carne è salito a 15,48 Kg pro-capite, in aumento dello 0,7% rispetto alla soglia dei 15,33 Kg raggiunta l’anno precedente. In leggero calo invece il consumo delle altre specie avicole: nel 2017, infatti, sono stati consumati complessivamente 20,92 Kg di carni bianche pro-capite, dato sostanzialmente stabile con le performance raggiunte nel 2016, quando i consumi avevano raggiunto la soglia dei 21,01 Kg.

Sono i dati su produzione e consumi di carni bianche diffusi da UNAITALIA (Unione nazionale delle filiere della carni e delle uova), secondo cui nel 2017 la produzione di carni avicole nel nostro paese è stata pari a 1.354.000 tonnellate, in diminuzione rispetto al 2016 (-2,5%). Il calo di produzione ha riguardato sia la carne di pollo (970.000 tonnellate, -1,1%) sia, in maniera più consistente, quella di tacchino che, con 309.000 tonnellate, ha fatto segnare un -6,6% tornando ai livelli di produzione 2015.

Complessivamente nel 2017 il fatturato del settore avicolo è stato pari a 5.850 milioni di euro, in aumento rispetto ai 5.450 milioni del 2016.

Il 2017 – ha commentato Alberto Waldner, Presidente di Unaitalia – è stato un anno stabile per i consumi ma abbastanza positivo per redditività del settore, che ha recuperato rispetto all’andamento controverso dell’anno precedente. Le quotazioni medie del pollo hanno registrato un sensibile rialzo rispetto al 2016 (+9,4% circa), cui si è aggiunto un discreto aumento anche nelle quotazioni del tacchino (+3,0%)”.

I dati diffusi da Unaitalia mostrano anche i livelli di autoapprovvigionamento del settore avicolo: in Italia infatti viene prodotto il 103,6% delle carni di pollo consumate, e addirittura il 121,3% di quelle di tacchino, a conferma di un settore completamente autosufficiente, a garanzia della provenienza e della qualità del prodotto che viene portato a tavola.

Per il 2018 – continua Waldner – si prevede una produttività in aumento, ma una tendenza più controversa sotto l’aspetto economico. In generale si ipotizza un aumento delle produzioni totali di carni avicole, in particolare di carne di pollo, mentre si prevede una sostanziale stazionarietà per la produzione di quella di tacchino e per le altre specie avicole”.

UOVA: NEL 2017 NE SONO STATE CONSUMATE 146 A PERSONA
Il comparto uova da consumo ha registrato una diminuzione della produzione: le uova da consumo prodotte nel 2017 sono state 12 miliardi e 600 milioni (-2,3%). Per soddisfare la richiesta interna si è reso necessario ricorrere alle importazioni, che sono aumentate di circa il 19% rispetto al 2016 (dati Istat).

Considerando il saldo tra import ed export, sul territorio italiano sono state consumate 13 miliardi e 34 milioni di uova (il dato comprende sia le uova in guscio consumate dalle famiglie, sia quelle utilizzate per le produzioni di pasta, dolci e altri alimenti).

La quota maggiore di consumo spetta alle famiglie, con 146 uova consumate in media per persona nel 2017. L’industria e l’artigianato, da parte loro, hanno assorbito circa 4,2 miliardi di uova (32% circa delle quantità disponibili), di cui il 76% sotto forma di uova pastorizzate e il 24% di uova in guscio. In totale, il consumo di uova attraverso pasta, dolci e preparazioni alimentari varie è stato di 69 uova per abitante.

Nel 2017 – conclude il presidente di Unaitalia – si è verificato un calo della produzione di uova, che comunque resta molto vicina alla soglia dell’autosufficienza attestandosi al 96,7% di auto approvvigionamento”.

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