Le attività di sorveglianza sulla peste suina africana in Ungheria

La Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea ha pubblicato il rapporto finale di un’ispezione effettuata in Ungheria lo scorso settembre per valutare l’attuazione del programma di sorveglianza e le attività per combattere situazioni di emergenza in relazione alla febbre suina africana.

Gli obiettivi dell’ispezione erano valutare se il programma di sorveglianza della peste suina africana, adottato tra il 2015 e il 2017, sui suini domestici e i cinghiali fosse stato attuato in modo efficace per raggiungere l’obiettivo di diagnosi precoce della malattia. Inoltre intendeva verificare se le misure adottate potessero impedire che la malattia si diffondesse nella popolazione suina domestica, e se fosse efficace la preparazione alle emergenze in caso di focolai nei suini domestici e nei cinghiali.

In base a quanto riportato nella relazione, a livello nazionale sono state adottate le misure legali finalizzate alla graduale riduzione della popolazione dei cinghiali selvatici in particolare nelle zone ad alto rischio.

L’Autorità competente ha sensibilizzato i veterinari, i cacciatori e i proprietari di suini sulla peste suina africana, in particolare in merito alla sua prevenzione e alla diagnosi precoce. Fino ad oggi l’autorità competente non ha effettuato controlli ufficiali sui terreni di caccia nella zona ad alto rischio, attività che permetterebbe di verificare la corretta attuazione di specifiche misure preventive di biosicurezza che sono entrate in vigore recentemente.

Inoltre, è ancora possibile praticare attività di caccia che utilizzano cani e prevedono la movimentazione di carcasse, situazione che aumenta il rischio di diffusione incontrollata della malattia, in caso di positività nei cinghiali.  Tuttavia la probabilità che la malattia emerga e che si diffonda nella popolazione suina domestica sta diminuendo grazie ad adeguate misure di biosicurezza e di ispezioni regolari effettuate presso le aziende suinicole domestiche.

Nonostante nel 2017 si sia registrato un leggero miglioramento della sorveglianza passiva della febbre suina africana nei cinghiali selvatici, l’attuale livello di implementazione della sorveglianza passiva su tutto il territorio ungherese, e la debolezza delle attività di sorveglianza passiva nella popolazione suina domestica, non forniscono la certezza che la malattia possa essere rilevata in una fase precoce.

Infine la necessità di eseguire un censimento sui suini su un lasso temporale maggiore, e la mancanza di una supervisione dei piani di emergenza da parte delle autorità centrali può ritardare il contenimento della malattia in caso di focolaio. Sebbene siano in atto procedure di vigilanza generiche, non vengono effettuati controlli periodici incrociati dei dati che permetterebbero di verificare la corretta attuazione del programma di sorveglianza.

Fonte Commissione europea

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