Uno sguardo al futuro della suinicoltura

Si è svolto a inizio novembre il convegno Anas dal titolo “Uno sguardo al futuro della suinicoltura“. Nel corso dell’incontro il Presidente ANAS Thomas Ronconi ha evidenziato l’importanza economica del settore, la peculiarità delle produzioni DOP e la necessità di rispondere alle mutate sensibilità dell’opinione pubblica verso l’allevamento dei suini ed il consumo delle carni.

Il Presidente Coldiretti Lombardia Ettore Prandini ha posto l’accento su due aspetti chiave: nuove politiche per lo sviluppo delle esportazioni sui mercati internazionali e l’indicazione dell’origine anche per i prodotti trasformati, al fine di valorizzare meglio la produzione italiana.

Gli esperti hanno poi fatto il punto sulla situazione e sulle prospettive del settore in Europa ed in Italia. In particolare il dottor Alvarez e il dottor Schons hanno affermato che l’obiettivo dei due Paesi leader, Spagna e Germania, è un ulteriore aumento della produzione orientata all’export verso i Paesi terzi.  Attualmente quasi il 50% delle esportazioni di questi due Paesi interessano Paesi extra UE. Questa tendenza si consoliderà nei prossimi anni e imporrà un profondo cambiamento sia del modo di operare delle imprese (allevamenti-macelli-industria di lavorazione) per poter essere competitive nel mondo, sia delle dinamiche del mercato interno dei suini in Europa. Infatti, i prezzi del mercato suinicolo europeo dipenderanno sempre di più dagli andamenti internazionali.

Tutti i partecipanti hanno convenuto sul fatto che in Europa il consumo delle carni suine è strutturalmente in flessione, che il comportamento del consumatore è in continua evoluzione e che c’è una crescente attenzione verso temi quali le modalità di allevamento ed il benessere dei suini, l’uso responsabile degli antibiotici e l’impatto ambientale.

L’indicazione emersa dal convegno è che la suinicoltura italiana non può prescindere dalle produzioni tipiche, quali prosciutti e salumi DOP e che la competitività di queste produzioni va consolidata investendo sia sui fattori che permettono di renderle sempre più “distinguibili” dal punto di vista qualitativo, sia sull’aggiornamento di pratiche di allevamento più rispondenti alle aspettative dell’opinione pubblica.

Fonte Anas

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